Un pomeriggio in onore di Giorgio Feliciani, professore di diritto canonico ed ecclesiastico alla facoltà di Giurisprudenza per 25 anni, studioso di fama internazionale, consultore del Pontificio Consiglio per i laici, del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e della Congregazione per il Clero, docente della facoltà di Diritto canonico San Pio X dello Studium generale Marcianum di Venezia. L’ateneo ha reso omaggio al canonista il 30 ottobre, nell’aula Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, alla presenza dei cardinali Angelo Scola e Francesco Coccopalmerio e di insigni giuristi.
Nell’occasione è stato presentato il volume dei suoi Scritti scelti “Le pietre, il ponte e l’arco” (Vita e Pensiero, Milano 2012). In apertura dei lavori, Ombretta Fumagalli Carulli, direttore dell’Istituto giuridico e titolare della medesima cattedra di diritto canonico, autrice dell’introduzione dell’opera e promotrice dell’iniziativa, ha spiegato il senso della pubblicazione a partire dal suggestivo titolo, che richiama un significativo passo delle Città invisibili di Italo Calvino: «Senza pietre non c’è arco». Le “pietre” sono i numerosi contributi scientifici, di cui il volume offre una selezione, con i quali l’illustre studioso, in quasi cinquant’anni di feconda attività, ha costruito archi e ponti per una “particolarissima città”, insieme “visibile e invisibile”.
L’arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola ha particolarmente sottolineato il contributo di Giorgio Feliciani su due temi di grande importanza nella vita della Chiesa e delle istituzioni civili: i movimenti ecclesiali e le nuove dimensioni della laicità. Il prorettore vicario Franco Anelli ha ricordato l’importanza della monografia giovanile dell’autore sul tema dell’«analogia» nell’ordinamento canonico, mentre il preside di Giurisprudenza Gabrio Forti ha messo in evidenza il generoso e proficuo impegno di Giorgio Feliciani per la facoltà, di cui è stato vice-preside per molti anni.
Il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, ha menzionato il prezioso contributo dell’onorato nel ruolo di consultore dell’organismo da lui presieduto. Ha, inoltre, espresso particolare apprezzamento per l’impianto del volume, che sistema gli scritti raccolti in appositi capitoli per omogeneità degli argomenti affrontati: le leggi nella chiesa, il popolo di Dio, l’universalità e il particolarismo della Chiesa, i beni culturali, i rapporti della Chiesa con gli Stati. Francesco Margiotta Broglio, presidente del Comitato giuridico dell’Unesco, ha ripercorso le tappe della carriera accademica di Giorgio Feliciani e ha messo in rilievo l’importanza e la varietà della sua produzione scientifica, con oltre 200 scritti che spaziano dal diritto canonico al diritto ecclesiastico, fino a temi più spiccatamente storico-giuridici. Margiotta Broglio ha anche ricordato l’impegno di Feliciani come membro della Commissione paritetica italo-vaticana che ha elaborato la riforma della legislazione concordataria su enti e beni ecclesiastici, e il suo ruolo di Presidente, dal 1995 al 2001, della Consociatio internationalis studio iuris canonici promovendo, l’associazione internazionale dei canonisti.
Altri illustri studiosi hanno portato la loro testimonianza di stima e amicizia, sottolineando il grande impegno scientifico e istituzionale di Feliciani: Rinaldo Bertolino, dell’Università di Torino, Brian Ferme, rettore del Marcianum e preside della facoltà San Pio X di Venezia, Sandro Gherro, dell’Università di Padova, Luís Navarro, decano della facoltà di Diritto canonico della Pontificia università della Santa Croce, Giorgio Pastori, già preside della facoltà di Giurisprudenza del nostro Ateneo, Patrick Valdrini, attuale presidente della Consociatio, ed Enrico Vitali, presidente dell’Associazione dei docenti delle discipline ecclesiasticistiche (Adec). Al termine dei lavori, il professor Feliciani, prendendo congedo dai ruoli dell’Università dopo 37 anni di insegnamento, ha espresso commossa gratitudine per questa iniziativa, “felice conclusione” di una “bella avventura”, che corona nel migliore dei modi un «periodo particolarmente ampio e significativo dell’esistenza».