“L’Italia è un paese ricco di giovani ricercatori di talento, ma la scienza ha bisogno di maggiori finanziamenti”. E’ uno dei passaggi dell’intervento del prof. Mario Capecchi, premio Nobel per la Medicina nel 2007, che mercoledì 8 settembre ha tenuto una lezione speciale presso l’Aula Brasca del Policlinico Gemelli. Numerosi gli studenti di Medicina della Cattolica di Roma accorsi all’evento, che hanno accolto il prof. Capecchi con un lungo applauso. E proprio a loro si è rivolto dicendosi “felice di vedere tanti giovani presenti”, invitando pubblicamente chi fosse interessato alla ricerca nella genetica a candidarsi per lavorare nel suo laboratorio presso l’Università di Utah, a Salt Lake City. “La ricerca – ha detto ancora il genetista molecolare italo-americano – è il motore dello sviluppo economico di un intero Paese e i governi devono finanziarla di più”.
"Gene Targeting into the 21st Century: Mouse Models of Human Disease from Cancer to Neuropsychiatric Disorders" (questo è il titolo del seminario) nasce per iniziativa del prof. Giovanni Neri [a destra nella foto in alto], direttore dell’Istituto di Genetica dell’Università Cattolica di Roma.
“Sono lieto e onorato di accogliere a nome della Facoltà di Medicina un Premio Nobel – ha detto il preside Paolo Magistrelli [al centro nella foto in alto]. La sua presenza - ha continuato - non è casuale perché nasce dal rapporto di amicizia e dalla lunga collaborazione scientifica con il prof. Neri e con i ricercatori dei laboratori del nostro Istituto di Genetica.” In particolare presso il laboratorio del prof. Capecchi ha lavorato il ricercatore di genetica Eugenio Sangiorgi, individuando insieme un metodo per marcare e isolare le cellule staminali dei tessuti, che ha valso ai due scienziati una pubblicazione su Pnas, prestigiosa rivista scientifica, ad aprile 2009. “I contributi di Capecchi alla scienza – ha detto il prof. Neri introducendo i lavori - sono stati davvero straordinari. La sua “invenzione” dei topi knockout ha dato alla medicina la possibilità di ricreare in un animale da laboratorio il modello delle malattie umane, e di studiarne i possibili rimedi”.
Nel corso del seminario Capecchi ha illustrato i risultati delle sue più recenti ricerche che utilizzano il gene targeting, una tecnica che permette di cambiare la sequenze del DNA del topo al fine di creare modelli murini per patologie come il cancro, malattie cardiache, alzheimer, fibrosi cistica, ipertensione. Le sue ultime ricerche si stanno ora focalizzando sulle malattie neuropsichiatriche. Curare depressione, schizofrenia, autismo, disturbi ossessivo-compulsivo potrebbe in futuro essere possibile attraverso il trapianto di midollo osseo. “L’associazione tra depressione, autismo schizofrenia e abbassamento del sistema immunitario era già stata notata – ha spiegato lo scienziato italo-americano – ma non era chiara la giusta relazione: se fossero le malattie neuropsichiatriche a provocare danni al sistema immunitario o viceversa. Il nostro studio ha dimostrato che in presenza di disfunzioni del sistema immunitario si verificano disturbi del comportamento”. Il trapianto di midollo osseo nelle cavie geneticamente modificate, che erano affette da problemi neuropsichiatrici, come la mania di “strigliarsi” in modo ossessivo, fino a procurasi delle ferite, e che mostravano anche il tipico abbassamento del sistema immunitario, si è mostrato efficace nella scomparsa del problema. “E’ presto per dire se questa cura potrà essere efficace anche negli uomini – ha aggiunto Capecchi - il problema principale è che il trapianto di midollo osseo è molto pericoloso e nell’1% dei casi i pazienti muoiono conseguentemente alla procedura, ma alcuni ricercatori stanno già studiando metodi più sicuri”. Capecchi ha infine illustrato i risultati degli studi sul sarcoma, un tipo di tumore molto aggressivo, che colpisce in particolare bambini e giovani.