Lo spadista azzurro Paolo Pizzo, campione del mondo in carica, è stato ospite all'Università Cattolica di Piacenza, nel secondo appuntamento del ciclo di incontri "A tutto Campus". L'atleta è stato introdotto Mauro Balordi, direttore di sede, Franca Cantoni, docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza, e da Giancarlo Rossi, responsabile affari generali della Banca Centropadana.
"Motivazione, autoefficacia, disciplina: la resilienza non è un atto, ma un'abitudine" era il tema dell'incontro, a cui l'azzurro, testimonial della Banca Centropadana (Bcc), ha partecipato con umiltà e simpatia, rispondendo alla raffica di domande e aprendosi a ogni aneddoto, aspetto e curiosità richiesti.
«Per me - racconta Pizzo - la stagione è iniziata in ritardo, perché a novembre ho subito la seconda operazione alla mano. Sono rientrato in Coppa del mondo e ora mi appresto ad affrontare le ultime tre prove del circuito, per poi avvicinarmi agli Europei di Zagabria in giugno e ai Mondiali di Budapest in agosto. Spero arrivi prima possibile un buon risultato: nelle competizioni più importanti il mio obiettivo è andare a medaglia, cercando possibilmente di difendere il titolo mondiale».
Il campione catanese ha dimostrato che gli sforzi di una vita prima o poi vengono ripagati. Soprattutto se ad essi si accompagna una voglia di mettere da parte il ricordo di un'esperienza dolorosissima che ha segnato profondamente un periodo importante dell'esistenza. A 13 anni, infatti, a Pizzo è stato diagnosticato un tumore al cervello. «Grazie alla bravura dei medici e della mia famiglia - confessa il trentenne spadista catanese -, e anche grazie alla fortuna, sono riuscito a superare questa ferita, che mi ha reso più forte: da quel giorno, io do tutto me stesso».
L'atleta azzurro si è dimostrato così un grande esempio di determinazione e motivazione, capace di trovare sempre le forze per inseguire nuovi traguardi. Un vero campione di umiltà: avvalorata anche dalla dedizione alle allenamenti, sotto la guida del suo maestro russo Pouzanov.
Titolo iridato nel 2011 come massima soddisfazione sportiva, inevitabilmente Pizzo ha dovuto fare i conti con qualche delusione, come il podio sfiorato alle Olimpiadi di Londra e le difficoltà legate al rientro in pedana dopo le operazioni alla mano. «Io credo tantissimo nella mia disciplina e la mia fortuna - spiega Pizzo, che da ragazzino ha praticato calcio e pallavolo prima di avvicinarsi alla scherma - è sapere di avere grande forza dentro: l'unica cosa che so fare è non mollare. Dopo una sconfitta cerco di impegnarmi di più per capire che cosa ho sbagliato e cosa devo migliorare. Ad esempio nella gara a squadre sono il primo ad assumermi le responsabilità. Tante sconfitte mi hanno portato alla vittoria più bella. La formula del successo? Lavoro, fiducia e mettersi sempre in discussione».