Un abbraccio ai bambini ricoverati in oncologia pediatrica e in neurochirurgia infantile e l’incontro con il personale medico-sanitario per spiegare la sua terapia. Patch Adams, al secolo Hunter Doherty, l'inventore della clownterapia reso celebre in tutto il mondo dal film del 1998 interpretato dall'attore Robin Williams, è stato ospite il 4 giugno del Policlinico Gemelli per l’unica visita a un ospedale del suo breve tour italiano. L’evento è stato promosso e organizzato dall’Associazione “Ali di Scorta”, presieduta da Silvia Riccardi, che al Policlinico Gemelli offre sostegno psicologico, economico e logistico alle famiglie di bambini e ragazzi affetti da gravi patologie neurologiche di interesse neurochirurgico e onco-ematologiche.
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Prima di incontrare i piccoli pazienti dei reparti diretti dai professori Riccardo Riccardi e Massimo Caldarelli, il dottor Doherty nell’Aula Brasca del Gemelli ha presentato e condiviso con il pubblico idee e storie della sua incredibile esperienza di cura, che si basa sull’idea che «è la potenza dell'umorismo, una delle più efficaci medicine che esistano».
L'inventore della clownterapia ha ripercorso alcune tappe della sua vita: ha ricordato in particolar modo l'esperienza vissuta con la creazione di una sorta di casa-ospedale totalmente gratuita negli Stati Uniti, tra il 1971 e il 1983. «Siamo stati per 12 anni l'ospedale più pazzerello della storia - ha ricordato Patch Adams - non c'era affatto privacy e a coloro che soffrivano di patologie psichiatriche non venivano somministrati psicofarmaci. Cercavamo semplicemente di rendere tutto divertente e di dare amore: il mio abbraccio più lungo è durato 12 ore».
L'inventore della clownterapia si è poi commosso ricordando uno dei suoi “casi” più “difficili”: una bimba ecuadoregna, Valesca, che aveva subito violenza. «Per due giorni mi è quasi sembrato di non essere riuscito a fare nulla per lei, aveva lo sguardo triste e la bocca serrata - ha spiegato Patch Adams - ma poi ho saputo che ha iniziato a nutrirsi, dopo poco è stata dimessa e ha ripreso ad andare a scuola e giocare».
Alla conferenza è seguito un dibattito aperto a tutti, in particolare a medici, operatori sanitari, psicologi, ludoterapisti, sullo stretto rapporto che intercorre fra umorismo e salute delle persone, specialmente dei bambini, e l’influenza che un approccio terapeutico olistico, generale e personalizzato può avere anche sulla comunità dei pazienti e sulla società intera.
Ma il momento più atteso è stato l’abbraccio di Patch Adams con i bambini e i ragazzi ricoverati accompagnato dai medici e dai volontari dell’Associazione ali di Scorta e di altre Associazioni operanti presso i reparti pediatrici del Gemelli: un incontro personale e indimenticabile con i piccoli degenti.