Zygmunt Bauman, Jürgen Moltmann, Mariapia Veladiano, Antonio Spadaro, Michela Murgia, John Milbank, Fabrice Hadjadj, José Tolentino Mendonça, Natalino Irti. Sono solo alcuni dei protagonisti delle tre giornate promosse dall’Università Cattolica e da «Vita e Pensiero» per celebrare i 100 anni della rivista.
Dal 22 al 24 ottobre la “festa” del genetliaco del periodico, che ha addirittura preceduto la nascita dell’Università Cattolica, offrirà un’occasione di dialogo sul “bisogno di Dio” tra la prospettiva culturale dell’Ateneo e quella di alcuni intellettuali, laici e cattolici. In linea con quanto dichiaravano i fondatori della pubblicazione: «Abbiamo sempre dato modo ai nostri Lettori - scrivevano Olgiati e Gemelli nel mezzo del cammin di “Vita e Pensiero” negli anni cinquanta - di seguire i movimenti delle idee e le novità delle scienze, delle arti e della letteratura del nostro tempo. Da queste constatazioni non ricaviamo motivo per inorgoglirci, ma stimolo per rendere sempre migliore questa Rivista».
I cento anni della rivista sono così un'occasione per rinnovare il patto con i Lettori (che ci piace ancora apostrofare con la maiuscola) attraverso un ciclo di incontri costruiti intorno a “dieci parole” che possono caratterizzare il nostro futuro – crisi e bellezza, mistica e politica, misericordia e giustizia, tecnica e fraternità, pace e silenzio – e sul legame di queste col “problema di Dio”, che si ripropone oggi in modalità interessanti e feconde per il pensiero, tanto che formule in voga negli anni Sessanta e Settanta, come la “morte di Dio”, paiono ormai obsolete.
Tra gli interventi più attesi di “Dieci parole. Perché la nostra epoca ha bisogno di Dio” il filosofo polacco Zygmunt Bauman, che si è espresso proprio sul “dilemma di Dio” dichiarando che il fatto di non conoscere Dio è la «condizione più decorosa per un uomo onesto»; il teologo tedesco Jürgen Moltmann, considerato uno dei più grandi pensatori cristiani viventi; la scrittrice Mariapia Veladiano, vincitrice del Premio Calvino 2010, autrice del recente Il tempo è un dio breve; Antonio Spadaro, il gesuita che per primo ha intervistato papa Francesco su “La Civiltà Cattolica”, di cui è direttore, e che, insieme ad altri colleghi, sarà relatore della tavola rotonda dedicata alla riflessione sul futuro delle riviste culturali; il teologo anglicano John Milbank, fondatore del movimento Radical Orthodoxy, sulla cui visione "Vita e Pensiero" ha dedicato poco tempo fa un ampio studio; la scrittrice Michela Murgia, Premio Campiello 2010 con Accabadora; il grande maestro di diritto - nonché accademico dei Lincei - Natalino Irti.
A fare da moderatore, per ogni sessione, un docente dell’Università Cattolica: una scelta che è simbolo del ruolo di mediazione che l’Ateneo vuole svolgere nel dibattito culturale. La rinascita dell'interesse per l'afflato spirituale e religioso interpella infatti il pensiero dei cattolici, in particolar modo un mondo come quello universitario, che vuole essere fucina di uno sguardo “cattolico” sulla realtà, cioè uno sguardo “universale” e senza pregiudizi.
Una prospettiva che raccoglie il ripetuto invito di papa Francesco ai credenti in Cristo di spingersi alle “periferie” esistenziali, che l’ateneo declina in appello per affrontare insieme, credenti e non, piste di umanizzazione e di ricerca del senso.