Che rapporto c’è fra le persone comuni, uomini e donne che non detengono posizioni di autorità, e le vicende internazionali? Quanto e come le loro azioni influenzano la guerra e la pace, i rapporti fra l’economia e la politica internazionale e, più in generale, i legami fra i diversi gruppi umani? Che rapporto c’è fra le tradizioni culturali dei diversi territori, e le politiche estere degli Stati?
Sono solo alcune delle domande alle quali Angelo Panebianco ha cercato di rispondere nel volume Persone e mondi, azioni individuali e ordine internazionale presentato il 13 marzo in un’aula Bontadini riempita di economisti, politologi e sociologi. «Per rispondere a tali interrogativi occorre guardare oltre il mero ruolo delle élites - spiega l’autore -. Il volume propone un punto di vista inconsueto e lenti teoriche originali per esplorare il modo in cui le azioni individuali e le interazioni fra gli individui condizionino vicende apparentemente lontane dalla vita individuale, nell’intento di rendere più comprensibili i complicati processi che governano le arene internazionali».
A partecipare al dibattito su micro e macro nei diversi ambiti, da quello economico, a quello politico, sino ad arrivare a quello culturale, Maurizio Baussola, Giancarlo Rovati, Guido Merzoni e Damiano Palano. Nel suo denso e originale volume, Angelo Panebianco spiega il rapporto che c’è fra persone, ossia il piccolo delle scienze sociali, e mondi, ossia quelle entità collettive come gli Stati o i regimi internazionali che fanno da sfondo alla vita concreta delle persone.
L’autore è convinto che tutto parta, appunto, dalle persone. Le quali sono «spiriti» capaci e liberi di scegliere. Come già argomentato in un libro del 2009, L’automa e lo spirito, Panebianco è un individualista metodologico: i mondi nascono dalle interazioni fra individui, basate su ragioni, passioni ed emozioni. Per spiegare un fenomeno macro, come una guerra, il nazionalismo o il fondamentalismo islamico, bisogna ricostruire la sequenza generativa che l’ha prodotto, a partire dagli individui e dai loro rapporti concreti. In termini tecnici, si tratta della micro fondazione, ossia della ricostruzione dei percorsi che connettono piccolo e grande in ambito sociale. Un esercizio che l’autore dipana e illustra con maestria, attingendo da una gamma davvero impressionante di sapere.