di Anna Turconi *
Sono partita con le valigie piene ma con le mente libera. Pronta ad accogliere una cultura che ho cercato di comprendere il più possibile nelle sei settimane trascorse negli Usa.
Sono arrivata a Los Angeles qualche giorno prima dell’inizio delle lezioni, giusto per smaltire al meglio il jet-lag, girare per la città e conoscere lo stile di vita americano con cui avrei dovuto convivere per più di un mese.
Dopo aver visitato la Walk of Fame, l’Hollywood Sign e il Griffith Observatory, che sono le principali attrazioni turistiche di Los Angeles, è arrivato il momento di trasferirsi nel Campus della University of California, Los Angeles (Ucla) per iniziare le lezioni.
Era la prima volta che mettevo piede in un’università americana e sono rimasta stupita dalla grande differenza che esiste con la “nostra” idea di campus.
Negli Stati Uniti l’università è una città a misura di studente, un villaggio enorme (per capirci pur abitando dentro ai confini dell’università ci mettevo circa 20 minuti a piedi a raggiungere le aule per le lezioni), popolato unicamente da ragazzi e ragazze che hanno a disposizione campi sportivi, piscine, palestre, aule, negozi, bar, mense e ristoranti e in generale tutti i servizi che rendono quasi superfluo uscire dalle mura del campus.
Io e gli altri studenti italiani alloggiavamo a Hedrick Hall, una delle tante residenze universitarie messe a disposizione dalla Ucla, provvista di tutti i servizi come wi-fi, aule studio e lavanderia e non distante dalle mense convenzionate con il nostro programma.
Parlando dei corsi universitari, i miei compagni e io abbiamo scoperto giorno per giorno il metodo americano molto differente dal nostro e basato più sulla partecipazione attiva in aula piuttosto che sulla lezione frontale a cui siamo abituati in Italia. I corsi sono meno teorici e molto più pratici perché permettono di applicare subito in aula i contenuti appena spiegati e di svolgere attività in gruppo, cosa che dà la possibilità non solo di condividere la propria opinione con gli altri ma di conoscere i propri compagni e stringere amicizia con altri studenti internazionali.
Sono state sei settimane di lezione intense che sono letteralmente volate, nelle quali però siamo riusciti a visitare le città e i luoghi più caratteristici di Los Angeles e dintorni: abbiamo girato per le vie scoscese di San Francisco, ammirato l’immensità del Gran Canyon e scattato selfie con i leoni marini della Jolla, una spiaggia non lontana dalla città di San Diego.
Dopo quasi due mesi a sentirsi “Bruins”, (così si chiamano gli studenti della Ucla) è stato difficile tornare a casa e riabituarsi al solito stile di vita. Non posso che dire di essere contenta e soddisfatta di questa, seppur breve, esperienza internazionale, spero che sia un punto di partenza per tante altre avventure.
* 24 anni, di Cislago (Va), corso di laurea magistrale in Management per l’impresa, facoltà di Economia, campus di Milano