I giovani e il futuro senza perdere di vista gli ideali dei fondatori. “Dalle intuizioni di Giuseppe Toniolo alle sfide di oggi: la proposta per i giovani e il Paese”. È stato il tema dell’incontro promosso giovedì 10 gennaio nella sede dell’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori.
Rilanciare il proprio contributo alla vita della Chiesa e della società italiana, sostenendo innanzitutto i giovani, l’obiettivo del convegno. Ha aperto i lavori il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli che ha sottolineato il legame forte tra l’Ateneo e il Toniolo, «nato nel 1920 per dare vita all’Università Cattolica – queste le parole del direttore Enrico Fusi -. Il nostro ruolo è sostenere l’attività dell’Università e garantirne le finalità. Restituire, insomma, il lavoro scientifico e di ricerca dell’Università alla Chiesa e ai credenti, che l’hanno promossa». Un impegno quello del Toniolo (la cui figura è stata presentata da Ernesto Preziosi, direttore delle Pubbliche relazioni dell’Istituto), che negli ultimi anni, anche su impulso dell’ex presidente card. Dionigi Tettamanzi (che ha passato le consegne al successore cardinale Angelo Scola), si è impegnato nel rapporto con il territorio e le diocesi e nel rilancio dei collegi della Cattolica a Milano, Piacenza e Roma «per renderli sempre più competitivi con altri collegi di dimensione nazionale e in collegamento con esperienze estere – ha aggiunto Fusi».
La principale iniziativa, messa in atto per contribuire alla conoscenza della realtà e al dibattito culturale nella Chiesa e nel Paese, è il “Rapporto giovani” , la grande indagine avviata nel 2011 della durata di cinque anni che coinvolge un campione di 9 mila giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, ovvero la generazione dei “millennials”, coloro che hanno compiuto 18 anni dopo il 2000.
L’obiettivo, ha spiegato Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale alla Facoltà di Economia della Cattolica, è «colmare il vuoto che in Italia si è creato con il venir meno del Rapporto Iard, storica indagine sulla condizione giovanile, carenza informativa che ha favorito la proliferazione di analisi parziali e che costituisce un ostacolo nella promozione di una progettualità politica e sociale efficacemente orientata al mondo giovanile». L’ampiezza del campione, la longitudinalità, cioè la scelta di seguire i percorsi di vita del campione per cinque anni, l ’aggiornamento modulare con approfondimenti tematici ogni anno sono i punti di forza della più grande ricerca ad oggi in atto sui giovani nel Paese.
Sono già stati indagati e resi noti alcuni temi d’attualità, tra cui i valori, le aspettative e i progetti di vita, il rapporto con la famiglia, la partecipazione sociale e politica, la percezione della Chiesa, le fasi della transizione alla vita adulta.
Quello che ne esce è «un ritratto ben diverso dallo stereotipo dei bamboccioni incapaci. I giovani italiani – ha spiegato Rosina - sono pronti a rimboccarsi le maniche, sono consapevoli della situazione di crisi e stanno facendo il possibile per adattarsi senza rassegnarsi. L’occupazione dei giovani italiani è tra le più basse d’Europa e la maggior parte percepisce un salario che ritiene troppo basso per poter realizzare i propri progetti di vita. Solo un giovane su cinque si dice pienamente soddisfatto del proprio lavoro, nonostante il 90% pensi a esso come luogo d’impegno e realizzazione personale. La maggioranza è delusa dal sistema-Paese ma non rassegnata». Uno strumento prezioso per lo stesso Ateneo: «L’indagine ci permette – ha detto Anelli - di conoscere i percorsi dei nostri studenti dopo la laurea, che utilizzo fanno del titolo di studio e per migliorare il loro accesso al mondo del lavoro e delle professioni o agli studi specializzati. Con questa ricerca siamo in grado di seguire cinque anni di vita delle nuove generazioni». Anche la giornata dell’Università Cattolica, che verrà celebrata dalla Chiesa italiana il 14 aprile sul tema “Le nuove generazioni oltre la crisi”, avrà tra le iniziative principali proprio la presentazione del Rapporto.