Sono in molti a immaginare che nel nostro futuro svariati servizi cesseranno d’esser vincolati alla nostra presenza fisica: la grande diffusione della connessione Internet in qualsiasi momento, unita ai nuovi metodi di autenticazione, renderanno le nostre operazioni sempre più slegate dal tratto di penna scarabocchiato davanti allo sportello. In questo i servizi finanziari non faranno eccezione. Per quanto tale materia riguardi uno dei valori più importanti della nostra quotidianità, il danaro, i servizi bancari informatizzati sperimentano applicazioni sempre più versatili.
Una ricerca del Centro di Ricerca su Tecnologie Innovazione e servizi Finanziari dell’Università Cattolica (CeTIF) ha scandagliato statisticamente i dati sull'utilizzo di queste nuove tecnologie. Non corriamo troppo, però: la fisicità di alcuni rapporti è e resterà insostituibile. Ne è certo il professor Paolo Gatelli, co-autore dello studio, che ci ha illustrato come le banche stiano gradualmente adeguando l’offerta dei propri servizi ai dispositivi più idonei a espletare determinate funzioni.
«Parliamo di una serie di canali che non sono sostitutivi l’uno dell'altro: è un’offerta cosiddetta omnicanale – ci spiega Gatelli – ossia uno scenario nel quale lo stesso cliente potrebbe iniziare la sua relazione con la banca sul canale online, dopodiché presentarsi in filiale già consapevole del preventivo del mutuo che sta per sottoscrivere, e infine utilizzare il servizio tramite il canale home banking».
In sintesi, la vera direzione di questo fenomeno non porterà alla sostituzione dei vecchi sistemi di contatto, ma vedremo un’integrazione fra vecchio e nuovo mirata a indicare al fruitore la via più efficace volta per volta. In particolare, «le logiche di utilizzo del mondo fisico e di quello virtuale sono diverse, anche se possono essere contestuali; ma non si vuole obbligare il cliente a scegliere l’una o l’altra», prosegue Gatelli. Per questo istituti con diversi target di clientela stanno puntando più su alcuni canali rispetto ad altri.
Per esempio, il mobile banking, l’offerta di alcune funzioni sugli smartphone, trova maggior diffusione in tutti i servizi che riguardano pagamenti e ricariche e nel mondo del trading finanziario: il motivo è facile immaginarlo, visto che la compravendita di titoli è più redditiva se il monitoraggio del mercato è sempre a portata di mano.
Un altro ambito nel quale presto vedremo importanti novità sarà quello dell'autenticazione per la sottoscrizione dei contratti da remoto: la recente normativa sull'autenticazione tramite firma digitale (o tramite Fea, firma elettronica avanzata) consentirà, infatti, una grande espansione dei contratti formalizzati direttamente tramite home banking, senza più alcun invio di copie cartacee da firmare.
Come prevedibile, invece, la fruizione dei servizi in filiale sarà sempre più ridotta. Eppure l’idea di informatizzare passaggi assai delicati – e quando si parla di soldi si può scommettere che lo siano – è ancora avvolta da un’aura di diffidenza: è giustificata? «Il sospetto spesso non è giustificato da un’oggettiva carenza dei sistemi di sicurezza – conclude il professor Gatelli - ma è dovuto all’utilizzo di modalità inedite, mai sperimentate in precedenza. Si tratta più di una paura dell’ignoto che dell’informatizzazione».
MILANO
Banche, il futuro è omnicanale
Il web e l’utilizzo dei dispositivi mobile stanno cambiando non solo i servizi finanziari, ma anche i clienti che si affidano sempre più all’online. Eppure questo fenomeno non porterà alla sostituzione dei vecchi sistemi di contatto, ma a una integrazione. Uno studio del Cetif