Una ''mappa geografica'' dettagliatissima della cornea accoppiata a un duplice trattamento, termico e coi raggi UV: è questa la nuova speranza per coloro che, affetti dal cheratocono, hanno già la visione danneggiata o irrimediabilmente compromessa. Si tratta di un nuovo avanzamento della tecnica cosiddetta del ''cross-linking corneale'', che entrerà a breve - una volta ottenute tutte le autorizzazioni necessarie - in fase di sperimentazione clinica su alcuni pazienti presso il Policlinico universitario A. Gemelli di Roma. Il trattamento termico preciso e puntuale va a modellare la cornea nelle parti già lesionate dalla malattia, mentre il trattamento coi raggi UV, unitamente a una molecola attivata proprio da questi raggi (riboflavina) va a ridare consistenza alla cornea indebolita da questa grave malattia.
Proprio per parlare di questa ulteriore potenziale applicazione clinica nella cura del cheratocono si terrà sabato 20 settembre presso l’Università Cattolica (Centro Congressi Europa, Sala Italia, Largo F. Vito 1 Roma) il convegno intitolato “Cross-linking corneale, Update”.
«II cheratocono - spiega Aldo Caporossi, direttore della Clinica Oculistica del Policlinico Gemelli e uno dei pionieri del cross-linking corneale - è una distrofia ereditaria della cornea caratterizzata da un progressivo assottigliamento e incurvamento della stessa. Tale patologia corneale si manifesta tipicamente in età adolescenziale e giovanile, anche se è frequente l'osservazione di casi a esordio in età pediatrica. Clinicamente si presenta con un astigmatismo che tende gradualmente ad aumentare fino a non esser più correggibile con occhiali e lenti a contatto. Nelle forme così evolute, l’unica possibilità terapeutica per ripristinare la forma e la struttura corneale e permettere un recupero visivo è il trapianto di cornea».
Il cheratocono è considerato una malattia rara, con valori di prevalenza riportati che oscillano tra i 10 e i 600 casi su 100000 persone con una prevalenza media di 54,5/100000.
L'incidenza del cheratocono è di circa un caso ogni 2000 persone per anno, sebbene il suo riscontro è divenuto molto frequente (fino a un caso ogni 600 soggetti sani) grazie alla diffusione delle procedure diagnostiche quali la topografia e la pachimetria corneale (misura dello spessore della cornea) che permettono una diagnosi precoce. Nei paesi industrializzati, il cheratocono è la prima causa di trapianto di cornea nei giovani.
Oggi, grazie a una terapia che ha mosso i primi passi in Germania ma che si è sviluppata grazie agli sforzi e alla caparbietà di medici italiani tra cui lo stesso Caporossi e la sua équipe, il destino dei pazienti è radicalmente cambiato: con il cross-linking corneale, basato sull'uso di raggi UV che attivano una molecola chiamata riboflavina, si migliora la curvatura e la struttura della cornea.
Ma non può bloccare il decorso della malattia: purtroppo se un danno corneale è già avvenuto, cioè se la malattia non è in fase precoce, il cross-linking non è in grado di migliorare più di tanto la vista perduta. Di qui l'idea di accoppiare al cross-linking una terapia termica mirata per modellare la cornea nei punti in cui è danneggiata. Per farlo ci si muove sulla superficie corneale seguendo una mappa della cornea che indichi i punti danneggiati.
«Il trattamento topografico - anticipa il professor Caporossi - offre un buon risultato funzionale ed è in corso la richiesta al nostro comitato etico l’autorizzazione per iniziare le sperimentazioni sui pazienti».
La Clinica Oculistica del Policlinico Gemelli è tra le strutture assistenziali Italiane con maggiore esperienza riguardo la diagnostica e il trattamento del cheratocono e delle patologie corneali. Tra le attività del Servizio Cornea del Gemelli è presente un Ambulatorio Cheratocono/Cross Linking corneale che si occupa esclusivamente della diagnosi e della terapia di questa patologia.
In tale ambulatorio affluiscono circa 130 nuovi pazienti l'anno affetti da cheratocono per i quali è stato programmato il cross-linking; e circa 600 pazienti con tale patologia vengono visitati annualmente nel Servizio Cornea, il 20-30% dei quali provenienti da fuori Lazio. II Servizio Cornea è dotato di apparecchiature avanzate per la diagnostica della cornea quali la topografia corneale, la tomografia corneale (Orbscan e OCT del segmento anteriore), la pachimetria corneale (ultrasonica e a scansione), la microscopia endoteliale e la microscopia confocale della cornea, e un sistema di acquisizione digitalizzata delle immagini del segmento anteriore.
Inoltre, il Servizio Cornea del Gemelli svolge l'attività dedicata mediante l’attuazione di Protocolli diagnostici e terapeutici assistenziali (PDTA) focalizzati alle patologie corneali in genere e soprattutto al cheratocono per cui è attivo per il paziente affetto un percorso dedicato con possibilità di prenotazione diretta della valutazione specialistica mediante l'esistenza di un accesso riservato nell'Ambulatorio Cheratocono con una lista di attesa di 7-15 giorni per la presa in carico.
Il Servizio è dotato di strumentazione all'avanguardia per il trattamento del cheratocono quali il Laser UVA cross-|inker CBM (Caporossi-Baiocchi-Mazzotta) Vega e la Riboflavina standard e per la procedura di cross-linking transepiteliale. Con tale procedura sono state effettuate solo nel 2013 76 procedure di cross-linking corneale e quest’anno fino a fine luglio ne sono stati già effettuati 70, prevedendo di arrivare a 120 entro fine 2014.
«Adesso vi è la volontà di fare ancora di più - spiega Caporossi - ridare la vista a pazienti che già hanno riportato danni dal cheratocono. I trial potrebbero partire già a fine settembre, una volta ottenute l’ok del Comitato Etico, e dare i primi risultati di sicurezza entro la fine dell’anno ed entro sei mesi per le valutazioni sui miglioramenti della vista».
«Siamo sicuri – ha concluso – di diminuire in maniera significativa il numero di pazienti che dovranno ricorrere al trapianto di cornea».