Il Parlamento Europeo ha scelto l’Università Cattolica del Sacro Cuore e i suoi Joint Partners (Eaie, European Association for International Education, e Iau, International Association of Universities), per effettuare uno studio sul tema dell’internazionalizzazione dell’Istruzione Superiore (Higher Education).
Lo studio, affidato al Centre for Higher Education Internationalisation – Chei, che ha sede in via Carducci a Milano, prende le mosse dall'analisi dei dati che indicano una costante crescita degli studenti che decidono di affrontare i propri studi in un Paese straniero: in particolare per gli atenei lombardi il 33% dal 2008 al 2013. Nello specifico per l’Università Cattolica si registra una crescita del flusso di studenti verso l’estero tripla rispetto alla media: +98% dal 2008 al 2013.
Non si tratta però di "fuga di cervelli", quanto piuttosto il desiderio di vivere un’esperienza di internazionalizzazione che aumenti le proprie competenze umane e professionali. Per favorire questa aspirazione, l’Università Cattolica ha sviluppato una serie di programmi di studio all'estero, in collaborazione con le principali università europee ed extraeuropee.
«Questi programmi - afferma Pier Sandro Cocconcelli, delegato del Rettore per l’Internazionalizzazione - sono molto apprezzati dai nostri studenti perché rispondono alle loro esigenze di approfondimento degli studi e di sviluppo di un percorso professionale internazionale. Gli investimenti nella strategia di internazionalizzazione dell’ateneo hanno quindi portato ottimi risultati, come attesta il tasso di crescita della mobilità internazionale triplo rispetto alla media. E oggi la decisione del Parlamento Europeo rafforza il nostro intento di rendere questo ateneo un vero e proprio laboratorio per l’internazionalizzazione, ovvero un luogo di ricerca per sviluppare un modello educativo che prepari gli studenti a fare la differenza in un mercato del lavoro globalizzato».
Lo studio sul tema dell’internazionalizzazione dell’Istruzione Superiore commissionato dal Parlamento europeo all'Università Cattolica sarà realizzato attraverso il Chei e si occuperà di analizzare le possibili strategie di internazionalizzazione dell’Istruzione Superiore, con particolare focus sull’Europa.
«Questo studio - sostiene Hans de Wit, direttore del Chei - è importante poiché darà al Parlamento Europeo indicazione utili per orientare le politiche della Commissione Europea sul tema dell’internazionalizzazione dell’Higher Education a riguardo di programmi quali, per citarne uno, l’Erasmus Plus. Il consorzio, guidato da Cattolica, si è confrontato con altre 15 proposte, tra le quali quelle presentate dal British Council, dal Daad tedesco e dalla Nuffic olandese».
Nello specifico, il progetto di ricerca si pone l’obiettivo di realizzare un’analisi della situazione attuale per quanto riguarda l’internazionalizzazione della Higher Education in 10 Paesi europei (Regno Unito, Francia, Germania, Svezia, Norvegia, Olanda, Italia, Spagna, Polonia, Romania) e in 5 extra-europei (Australia, Canada, Stati Uniti d’America, Colombia, Malesia). Ma al Parlamento europeo non interessano solo i numeri: l’input infatti è anche quello di effettuare una valutazione delle differenti strategie di internazionalizzazione a cui devono seguire delle raccomandazioni per sviluppi futuri.
«Dobbiamo essere orgogliosi - continua Hans de Wit - . L’assegnazione di questo progetto, rappresenta il riconoscimento dell’Università Cattolica come punto di riferimento per la ricerca e lo studio dell’internazionalizzazione dell’Higher Education. Forse sarà per questo motivo che su cinque studenti che attualmente svolgono un Dottorato da noi su queste tematiche, quattro sono internazionali. Ben due provengono dagli Stati Uniti».
Per un’analisi dettagliata e pertinente, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso il Chei, affiderà a collaboratori esterni, esperti nel settore dell’Higher Education, la redazione di alcuni casi-Paese specifici.
Il contratto prevede un contributo finanziario di 94.800,00 euro a copertura dei costi sostenuti dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, da Eaie e Iau. Il referente scientifico è il professor Hans de Wit, direttore del Chei. Il referente amministrativo sarà la direzione Cooperazione, Mobilità e Internazionalizzazione. Lo studio verrà presentato alla Commissione Europea entro 18 mesi dalla firma del contratto.