I prof lo considerano parte integrante delle lezioni. Gli studenti, da parte loro, pensano che sia uno strumento utile allo studio, capace di rendere più coinvolgente lo stare in classe e, dulcis in fundo, di togliere l'impiccio di preparare la "cartella". Il tablet in classe è entrato nella pratica quotidiana. La conferma arriva anche dai primi risultati della sperimentazione Monitoring Tablet Utilization in School (Motus), condotta da un team di studiosi del Centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia (Cremit). «Il dato positivo è che la stragrande maggioranza dei professori utilizza il tablet, come ha dichiarato oltre il 35% dei soggetti che hanno partecipato al progetto di ricerca», spiega Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica generale e direttore del Cremit, che per otto mesi con i suoi collaboratori ha messo sotto la lente dieci istituti del Centro Nord che hanno sostituito i libri di testo con i tablet.
L'indagine, effettuata nel corso dell'anno scolastico 2012/2013, ha interessato 95 insegnanti, 276 studenti, 73 genitori coinvolti in un totale di 10 focus group e 27 ore di osservazione nelle classi. Questi gli istituti che vi hanno preso parte: l'Istituto Pavoniano Artigianelli di Milano, il Collegio San Carlo di Milano, il Centro Salesiano Don Bosco di Treviglio e di Chiari, l'Itsos Gadda di Fornovo-Langhirano, il plesso montano di Bardi (Istituto Comprensivo Val Ceno), la Scuola Maria Ausiliatrice di Lecco, il Liceo Leonardo da Vinci di Jesi, la Fondazione Ikaros di Grumello e Calcio.
Punto di partenza della sperimentazione - che rappresenta solo l'inizio di un percorso che terminerà fra quattro anni - è stato capire se esiste una didattica digitale, se l'introduzione del tablet può modificare le pratiche professionali dei docenti e migliorare le condizioni di apprendimento degli studenti. I risultati sembrano incoraggianti. Dal punto di vista dei professori, infatti, il tablet ha incrementato la partecipazione degli studenti in classe e alle attività didattiche. In particolare, ha aiutato i ragazzi nella comprensione dei concetti (abbastanza per il 35%), nel ripasso (abbastanza per il 30,36%), molto nella possibilità di approfondimento (dichiarata dal 70% dei docenti), nella possibilità di ricordare (46%) e nel fare sintesi e schemi (56,14%). «Il tablet ha migliorato la comunicazione, sia tra gli studenti, sia tra studenti e insegnanti, anche fuori orario - commenta soddisfatta la professoressa Roberta Ausenda, del liceo economico/sociale Maria Ausiliatrice di Lecco -. Se devo mandare loro un lavoro o una scheda da fare, gliela invio. Naturalmente si distraggono quei ragazzi che si distrarrebbero comunque, che a casa tengono il computer acceso quando fanno i compiti: se vogliono, girano la pagina e trovano un gioco».
Secondo gli studenti il tablet facilita l'organizzazione delle proprie esposizioni davanti alla classe, l'attività dello scrivere, la comunicazione con il docente. Inoltre, rende lo studio molto più interattivo, perché mette a disposizione programmi per fare schemi, ricerche in Internet e approfondire un argomento. Non a caso tra le funzionalità più attivate spiccano la ricerca di informazioni (29%), la proiezione di documenti o materiali per la lezione (25%), la produzione di testi, disegni ed esercizi (18%), la realizzazione di percorsi didattici interattivi (10%).
Tuttavia, alcune criticità sono emerse. Intanto, l'83% degli insegnanti ammette che non basta mettere un tablet in cattedra per innovare l'insegnamento e l'apprendimento. Serve piuttosto un cambio di metodo didattico, accompagnato da un lavoro integrato di formazione, aggiornamento e sperimentazione da parte dei professori. Sul fronte delle problematiche, gli aspetti più rilevanti sono legati al carico di lavoro che resta invariato per gli insegnanti (30%), alle difficoltà tecniche (28%), alla gestione del gruppo classe (23%), all'applicabilità di alcune funzionalità (17%) e al fattore tempo (17%). Non solo. La didattica non è sostanzialmente cambiata e la lezione continua a essere frontale. Probabilmente, osserva il professor Rivoltella, gli insegnanti temono di restare indietro con il programma. Un modo per dire che c'è ancora molto da lavorare per trovare soluzioni adatte all'insegnamento e rendere le lezioni sempre più 2.0. Con buona pace dei genitori che sperano che l'uso del tablet in classe possa influire positivamente sul rendimento scolastico.