«Preparare i giovani a una leadership forte in tutti i settori del mercato del lavoro». Sono queste le parole di Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica, in occasione della seconda giornata delle Alte Scuole che si è tenuta il 12 e 13 novembre in largo Gemelli a Milano. Un momento per discutere e confrontarsi sul ruolo del “sistema” attivo all’interno dell’ateneo, dopo il primo, analogo, evento organizzato nel 2007. Al convegno intitolato L’intelligenza della realtà. L’università in un mondo che cambia hanno partecipato Nando Pagnoncelli, amministratore delegato Ipsos, Stefano Antonelli del gruppo Ferrero, e Federica Olivares, editore. La giornata si è conclusa con le testimonianze di alcuni “ex” attivi in diversi campi professionali e con le iniziative delle associazioni di Alumni.
«Tra i giovani – spiega Pagnoncelli nella sua relazione Bisogni e aspettative della società contemporanea: il ruolo dell’Università – serpeggia un forte pessimismo verso il futuro e sempre più ci si trova a fare i conti con un certo senso di abbandono. Così viene prolungato il periodo di vita passato con i genitori e diminuisce la voglia di rischiare e mettersi in gioco». L’esperto di ricerca sociale sottolinea quanto sia preoccupante l’affermarsi di una generazione in attesa che vive nel limbo della disoccupazione post-laurea, senza nemmeno sforzarsi per trovare un impiego. «Dunque, quello che più spinge i giovani a iscriversi a un corso di studi piuttosto che a un altro - conclude Pagnoncelli - è proprio la facilità di accesso al mondo del lavoro. Tra le sfide future dell’università ci sono l’intensificazione del rapporto con le imprese e un maggior respiro internazionale. Su questo l’Università Cattolica può vantare un bilancio positivo».
Strutturazione di idee, entusiasmo, sogno e capacità di lavorare in team. Sono queste le caratteristiche che le università devono consegnare agli studenti, secondo il direttore della formazione e sviluppo del gruppo Ferrero, Stefano Antonelli. «Per lavorare in un’azienda come la nostra - commenta - cerchiamo caratteristiche coerenti con il nostro modo di fare impresa. Nel neolaureato è fondamentale la voglia di cambiare e di apprendere unita alla passione».
Federica Olivares, editore, ha posto l’accento sul rapporto tra cultura e territorio per creare una nuova eccellenza nella formazione universitaria. «È necessaria – spiega – un’interrelazione virtuosa che faccia da volano per la crescita delle città e dei cittadini. Questo è possibile attraverso un fermento culturale che porti gli studenti a stretto contatto con le personalità più importanti del mondo contemporaneo».
Le Alte Scuole dell’Università Cattolica sono oggi sette: Almed (media, comunicazione e spettacoli), Altems (economia e managment dei sistemi sanitari), Altis (impresa e società), Asa (ambiente), Asag (psicologia), Aseri (economia e relazioni internazionali) e Smea (economia agro-alimentare). Fino al 2010 gli studenti iscritti sono stati 5mila e 161. Le Alte scuole promuovono 44 master, 16 corsi di alta formazione, 27 summer-winter school, 37 corsi executive, 2 corsi di laurea magistrale.