Da Ravenna a Verona. Per la prima volta la Scuola estiva internazionale in Studi danteschi, inaugurata nel 2007 e curata dal binomio Università Cattolica-Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali ravennate, giunta alla sua nona edizione, coinvolge quest’anno anche l’altra grande città dell’esilio.
Nella biografia dantesca Verona occupa un posto di assoluto rilievo: Dante fu ospite degli Scaligeri nel primo periodo del suo esilio, avviò probabilmente la stesura del De vulgari eloquentia e visitò forse la Biblioteca Capitolare. Vi fece ritorno nel secondo decennio del Trecento quando compose buona parte del Paradiso dedicato a Cangrande della Scala; il 20 gennaio 1320, nella chiesa di S. Elena, discusse la celebre Quaestio de aqua et terra. A Verona si stabilì il figlio Pietro Alighieri e ancora oggi vivono i discendenti della famiglia, custodendone fedelmente i luoghi della memoria, prima fra tutti la splendida villa Serego Alighieri di Gargagnago. Proprio la villa Serego Alighieri e la Biblioteca Capitolare ospiteranno due sessioni della Summer school.
Le attività del 2015, dirette dal professor Giuseppe Frasso dell’Università Cattolica, in programma dal 23 al 29 agosto, prevedono anche per questa edizione un calendario di attività che cercano di sondare Dante e la sua opera a 360 gradi, guardando al pensiero filosofico e teologico (Nicolangelo D’Acunto, Andrea Tabarroni), alla storia (ancora D’Acunto, Silvia Diacciati, Gian Maria Varanini), all’esegesi del testo (Domenico De Martino, Giuseppe Ledda, Paolo Pellegrini), alle fonti iconografiche e letterarie (Paola Nasti, Laura Pasquini).
Quello della Summer School dantesca comincia a essere un lungo cammino che in otto anni ha proposto come relatori una quarantina degli studiosi più autorevoli di Dante e del Medioevo. I circa 200 iscritti (in particolare laureandi, dottorandi, docenti di scuola di secondo grado, ma anche dotti cultori dell’Alighieri attivi al di fuori del normale circuito formativo umanistico) hanno imparato ad apprezzare di più il Poeta nelle sue mille sfaccettature condividendo una fitta agenda didattica assieme alla convivialità dei ritmi quotidiani sullo sfondo dell’ultimo rifugio dantesco, cioè Ravenna, città a misura di studente e dal fascino millenario.
Studiare Dante, infatti, è sempre un’esperienza particolarmente gratificante, ma poterlo fare in luoghi dove la memoria trasuda il passaggio dell’Alighieri lo è ancora di più: le lezioni e le attività formative svolte presso la Biblioteca del Cento dantesco, la Biblioteca Classense, l’Archivio Diocesano, la Sala “Ragazzini” a Ravenna (a pochi passi dalla tomba del Poeta e dalle straordinarie basiliche da lui ammirate negli ultimi giorni della sua vita terrena) consentono di giungere a Dante non solo con l’intelligenza, ma anche con il cuore. E quest’anno si aggiunge anche Verona.