Uno sviluppo che tuteli la persona nella sua integrità, valorizzando i diritti umani universali e rispettando le singole culture. Può essere questa la sintesi della settimana di lavoro della Summer School in “Diritti dell’uomo e sviluppo dei popoli” che si è tenuta a Venezia dal 7 all’11 settembre. Si tratta della seconda edizione del corso co-organizzato da Alta Scuola di Economia e relazioni internazionali (Aseri) e Fondazione Studium Generale Marcianum, il polo pedagogico-accademico del Patriarcato di Venezia. La direzione scientifica della Summer School è stata affidata a Francesco Bestagno, docente di Diritto internazionale alla facoltà di Giurisprudenza di Piacenza e di Diritto dell’Unione europea a Milano, insieme a Brian Ferme, preside dell’Istituto di diritto canonico San Pio X.
Mentre lo scorso anno l’attenzione si era focalizzata soprattutto sul ruolo dell’Unione europea nella promozione e nella garanzia dei diritti umani nell’ambito dello sviluppo economico, l’edizione del 2009 ha trattato del legame inscindibile tra diritti umani e sviluppo economico da un punto di vista multidisciplinare, anche alla luce della recente Enciclica Caritas in Veritate. La grande questione su quali valori universali possano rappresentare un comune terreno di dialogo tra le diverse culture è stata affrontata a partire dai concetti di sviluppo umano e sviluppo economico, sulla loro definizione e misurazione da parte delle organizzazioni internazionali e il loro rapporto. È stato poi esaminato il problema della tutela internazionale dei diritti umani in senso lato, facendo riferimento non solo ai diritti civili e politici “tradizionali”, ma anche ai diritti economici, sociali e culturali come riconosciuti nel sistema delle Nazioni Unite. Un focus specifico è stato dedicato al tema del diritto delle migrazioni, sospeso tra comunità internazionale, patrimonio costituzionale europeo ed esigenze delle società e degli Stati nazionali. Dopo uno studio sul ruolo della democrazia come valore/diritto nel mondo post-bipolare e, in particolare, sui processi di democratizzazione in termini di motivazioni e idealità, l’ultimo modulo si è concentrato sul rapporto tra l’universalità e la particolarità delle culture, con speciale attenzione all’Islam.
Le giornate di corso sono state organizzate in moduli di lezioni frontali accompagnati da workshops pomeridiani che hanno permesso di sviluppare una riflessione tra i sedici partecipanti, provenienti da diverse realtà accademiche e lavorative. Hanno animato il dibattito studenti e laureati in discipline sociali (Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia), umanistiche (Scienze Linguistiche e Scienze Storiche) e scientifiche (Ingegneria civile) insieme a professionisti (un avvocato e docenti di liceo), accomunati da un profondo interesse per le tematiche trattate e spesso anche con esperienze sul campo nel settore della cooperazione internazionale per lo sviluppo. I corsi sono stati tenuti dai professori Simona Beretta, Francesco Bestagno, Vittorio Parsi e Dino Rinoldi dell’Università Cattolica e da Martino Diez, direttore della Fondazione Internazionale Oasis.
Una tavola rotonda sulle sfide della democrazia, dei diritti umani e dello sviluppo, con specifico riferimento all’Unione europea, ha chiuso la Summer School. Romeo Astorri, preside della facoltà di Giurisprudenza della sede piacentina, Antonio Papisca, direttore del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova, e Ignazio Musu, economista dell’Università Cà Foscari, hanno discusso, insieme ai direttori del corso, della tutela e della promozione dei valori e dei diritti fondamentali nel sistema comunitario e del coordinamento delle azioni e delle politiche in questo senso tra i diversi livelli di governo.