Dopo la laurea in Lettere l’unica cosa di cui ero certa è che nella vita volevo occuparmi di storie. Sono sempre stata indecisa tra la filosofia e la letteratura e anche quando, in seguito, ho preso una seconda laurea in Filosofia, son rimasta convinta del fatto che la verità è molto più comunicabile in storie, incarnandola nei personaggi.
All’inizio mi sono rivolta al mondo dell’editoria, lavorando come correttrice di bozze in una casa editrice di saggistica. Per quanto fosse meraviglioso leggere tutto il giorno mi mancava però proprio il poter maneggiare storie, dovendo concentrarmi sugli aspetti formali del testo. Consigliata da amici che l’avevano frequentato, ho deciso così di iscrivermi al Master in scrittura e produzione per la fiction e il cinema per approfondire la mia passione per la scrittura e capire in che modo potesse diventare una professione.
Le lezioni che ho apprezzato maggiormente sono state quelle degli editor americani, maestri nell’offrire solide strutture narratologiche con profonde radici nella mitologia e nella psicologia della storia dell’umanità.
Prima ancora che mi facessi un’idea chiara su quale fosse la strada da intraprendere, in seguito a un colloquio ottenuto attraverso il master, sono stata presa in Lux Vide, la casa di produzione televisiva di Don Matteo, Un passo dal cielo e molte altre serie e miniserie della generalista italiana.
Due giorni dopo la fine delle lezioni del master, i primi di giugno, mi sono trasferita da Milano a Roma per iniziare lo stage. Per una persona radicata nella realtà milanese come me è stato faticoso abbandonare tutto, ma ho subito capito che c’era in gioco la possibilità di imparare molto.
Fino a novembre ho lavorato su Don Matteo 8, potendo seguire da vicino tutte le fasi, dall’ideazione dei soggetti di puntata, alla stesura delle sceneggiature, sino al set e alla post-produzione.
Il mio ruolo è quello di story-editor, mi occupo cioè, assistendo editor più esperti, di seguire, attraverso un fitto dialogo con gli sceneggiatori, le varie serie dalla loro ideazione sino al montaggio e alla messa in onda.
La figura dell’editor è solo in parte quella di un creativo, si tratta in realtà di una delicata opera di mediazione tra diverse professionalità, gli autori, la produzione, la rete televisiva, i montatori e gli attori stessi. In Lux Vide infatti l’editor è chiamato a seguire le riprese sul set, assicurandosi del fatto che il nucleo della storia sia reso al meglio possibile.
Sul set di Don Matteo 8 ho potuto così partecipare alle improvvisazioni vulcaniche di Nino Frassica e alle rielaborazioni delle scene più intense da parte di Terence Hill. Quella del set è stata un’esperienza che mi ha offerto molte conoscenze pratiche di regia, recitazione, fotografia e altri ambiti che uno sceneggiatore deve conoscere e di cui ero a completo digiuno.
Il mio stage è finito a dicembre e ora ho sottoscritto un contratto per due anni. Nel frattempo ho realizzato che non mi basta maneggiare narrazioni altrui ma vorrei raccontare io stessa storie che, come diceva l’editor americano John Truby, cambino la mia vita e quindi quella degli altri. Non so ancora se la televisione sia il posto giusto per farlo ma valeva la pena indagare.
* 27 anni, allieva del Master in Scrittura e Produzione per la Fiction e il Cinema