Due giorni di confronto e studio per gli oltre 40 docenti dei corsi di Teologia dell'Università Cattolica e i dodici assistenti spirituali delle sedi padane dell'Ateneo del Sacro Cuore (Milano, Brescia e Piacenza-Cremona). L'obiettivo? Fare il punto della situazione sul significato dell'insegnamento di questa disciplina in Cattolica, anche a seguito di una riarticolazione tematica dei corsi che darà maggiore evidenza al carattere accademico, sistematico e critico di questo insegnamento e alla loro natura culturale.
Il convegno, dal titolo Fare Teologia in "Cattolica", intendeva creare un momento di dialogo e offrire ai docenti dei corsi di Teologia l'opportunità di riflettere su competenze e metodo adeguati a presentare e introdurre le giovani generazioni ai principi essenziali della "fede" cristiana. Gli insegnamenti di Teologia rientrano, infatti, nel piano di studio di tutti i corsi di laurea delle 14 facoltà dell'Università Cattolica e hanno lo scopo di offrire agli studenti una conoscenza critica e motivata della vita cristiana, attraverso un itinerario culturale che va dagli elementi base della dottrina cristiana fino all'approfondimento di questioni di teologia dogmatica e morale.
L'incontro, che si è tenuto a Sarnico, in provincia di Bergamo, è stato aperto il 21 settembre dal saluto introduttivo del rettore dell'Ateneo, professor Lorenzo Ornaghi. A seguirà il dibattito dedicato al tema: Uno sguardo sulla situazione. Il 22 settembre è stato il giorno dell’intervento di monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano e preside della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. A chiudere la due giorni di studio, l'intervento di monsignor Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica. L'iniziativa è promossa congiuntamente dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e dall'Istituto Giuseppe Toniolo, ente fondatore e garante dell'Ateneo.
«La teologia, non soltanto come disciplina storica e umano-scientifica, ma come teologia vera e propria, cioè come interrogativo sulla ragione della fede, deve avere il suo posto nell'università e nel vasto dialogo delle scienze. Solo così diventiamo anche capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni - un dialogo di cui abbiamo un così urgente bisogno». Monsignor Sergio Lanza ha preso le mosse da questa citazione di Benedetto XVI per spiegare il senso dell'incontro di Sarnico e il ruolo centrale dei corsi di Teologia in Cattolica. «L'Ateneo prevede in tutti i dispositivi curricolari un articolato itinerario di corsi di teologia - ha proseguito monsignor Lanza -. Confessionali per l'oggetto, la fede cattolica; confessionali e confessanti per il soggetto proponente, i docenti; culturale per il soggetto ricevente, lo studente, essi costituiscono un autentico spazio di libertà intellettuale». «Lo studio serio, sistematico e critico, come si conviene a una Istituzione accademica, della Teologia, è palestra impareggiabile per tonificare l'intelligenza - ha sottolineato l'assistente ecclesiastico generale -, forma efficace di educazione al pensiero umile ma non rinunciatario, piuttosto capace, dantescamente, di sfidare l'ignoto, come già notava con espressione folgorante, il grande Tommaso d'Aquino: "in fine nostrae cognitionis Deum tamquam ignotum cognoscimus" (Summa contra gentiles, I, 49, 5)».