Le incisioni rupestri della Valle Camonica, i famosi percorsi enogastronomici della Franciacorta, i siti archeologici romani a Brescia e i suggestivi paesaggi del Lago di Garda. Sono le risorse principali che attirano ogni anno moltissimi turisti nella Provincia di Brescia, come emerge dallo studio realizzato da alcune studentesse del master in “Turismo e valorizzazione dei beni culturali” (Mutuv) insieme ad alcune iscritte alla laurea magistrale in Filologia moderna dell’Università Cattolica di Brescia. E' stata questa l’occasione per presentare agli operatori turistici una banca dati terminologico-testuale messa a punto da studiose dell’Università Cattolica e dell’Università di Vienna (Sara Lombardi, Costanza Peverati e Soukup-Unterweger) come strumento di supporto al processo di redazione e traduzione di testi turistici, entrambi operazioni estremamente delicate da cui dipende gran parte dell’industria turistica. Le loro ricerche sono ora contenute nel primo “Atlante del turismo in Provincia di Brescia”, presentato lo scorso 17 novembre a Palazzo Broletto dal docente di Geografia economica Guido Lucarno e dal presidente della Provincia di Brescia e assessore al Turismo, Daniele Molgora.
«Quest’atlante – ha sottolineato Molgora - vuole essere uno strumento prezioso per gli enti locali, le amministrazioni e tutti gli operatori del settore turistico». Le studentesse, che sono state tutte citate tra gli autori alla fine della pubblicazione, hanno contribuito svolgendo un’accurata indagine statistica basandosi su dati e informazioni risalenti al 2007 per analizzare la situazione turistica di ogni zona della Provincia bresciana. Francesca Barbieri, Valeria Bighè, Valeria Furgoni, Sara Guerini, Valentina Palumbo, Sara Pettenati, Irene Pilati, Kristina Puljaeva, Luisa Ribelli ed Elena Storti sono le ragazze del master che hanno potuto mettersi alla prova attivando le proprie competenze di progettazione e di valutazione delle risorse materiale e immateriali del territorio. Anche le laureande di Filologia Moderna, Sara Cavagna, Anna Manzoni e Alessandra Mazzini, hanno avuto l’opportunità di sperimentare “sul campo” ciò che studiano nelle aule riguardo a museologia, bibliografia e storia dell’arte.
La Provincia di Brescia è stata divisa in sette zone assegnate ciascuna a una o due studentesse, che hanno ricostruito brevemente la storia del territorio di cui poi hanno studiato la domanda e l’offerta turistica. «Il settore turistico – ha affermato il curatore dell’atlante Guido Lucarno – ha un peso rilevante per la Provincia di Brescia, che rappresenta uno degli assi portanti del turismo italiano, anche se si identifica come territorio a più velocità. Infatti, dalle ricerche delle studentesse sono emerse profonde differenze tra le varie zone, con aree caratterizzate da un elevato numero di risorse e altre a sviluppo più rallentato». Tra le aree a basso flusso turistico c’è la zona dell’hinterland bresciano, analizzata da Valeria Bighè e Sara Guerini, che hanno posto in rilievo come i programmi di promozione turistica trascurino il target giovanile, nonostante la città sia sede di due università.
Il turismo di questa zona è in lenta ripresa, ma richiede nuove proposte e interventi concreti, come nel caso della Pianura Bresciana, trattata da Elena Storti, che ha evidenziato come l’attività turistica del territorio sia abbastanza marginale e con flussi inferiori alle possibilità attrattive del luogo. Anche nelle valli bresciane, Val Sabbia (Luisa Ribelli), Val Trompia (Sara Cavagna) e Val Camonica (Sara Pettenati) servono progetti per sfruttare meglio le risorse culturali, per esempio inserendole in percorsi dedicati ai turisti congressuali delle aree confinanti. I comprensori turistici delle valli si sono rivelati deboli, con un’offerta rivolta soprattutto al turismo scolastico e ai villeggianti tradizionali di media quota e stazioni sciistiche poco competitive rispetto agli impianti delle più rinomate aree montane limitrofe.
Ma nella provincia bresciana ci sono anche aree di spicco che attirano turisti da tutta Europa, come il Lago d’Iseo e il territorio della Franciacorta, studiate da Francesca Barbieri, e il Lago di Garda, analizzato da Irene Pilati e Valentina Palumbo. La bellezza del Benaco ha catturo i viaggiatori dell’Europa settentrionale fin dall’epoca del Grand Tour ottocentesco ed è stato meta di viaggi di artisti e filosofi come Nietzsche, Goethe, Corot e Rilke. Tutte le aree studiate offrono proposte variegate e allettanti per un pubblico eterogeneo: percorsi enogastronomici, di turismo sportivo, termale e culturale; il tutto sostenuto da una facile accessibilità alle zone d’interesse grazie ai vicini aeroporti e alla rete autostradale. Dall’Atlante emerge che il territorio bresciano non manca di attrattive, ma ora la sfida è saperle sfruttare al meglio.