L’Università Cattolica propone per il quinto anno consecutivo il bando per una posizione di Visiting Researcher a Chatham House (The Royal Institute of International Affairs) di Londra, uno dei più importanti think tank indipendenti sul tema delle relazioni internazionali. Un’opportunità che studenti e ricercatori dell’Università Cattolica hanno già sfruttato con successo negli anni scorsi e che ha creato effettive opportunità di crescita professionale per gli studenti post graduate. Come racconta Michele Bazzano, 26 anni, diplomato al master in Economia e politiche internazionali dell’Aseri, che è stato selezionato nel 2014 e oggi lavora come Research Assistant all’International Economics Department di Chatham House.
«Mi ha subito interessato la possibilità di lavorare in un think tank di altissimo profilo come Chatham House - racconta Michele - : ho pensato che mi avrebbe dato la possibilità di combinare l’aspetto della ricerca scientifica, a cui ero molto interessato, con quello del lavoro in un team internazionale. Il fatto poi che in quel periodo stessi frequentando i corsi del master in Economia e politiche internazionali di Aseri ha contribuito a far sì che presentassi la mia candidatura.
Cosa ti ha dato questa esperienza? «Durante quel percorso di studi ho acquisito conoscenze che mi hanno permesso di sviluppare una maggiore confidenza con le materie trattate dall’IE Department e un metodo di lavoro che avrei potuto applicare nei progetti di ricerca seguiti dal suo team. Inoltre l’opportunità di lavorare in un contesto dinamico come Londra ha senz’altro avuto il suo peso nella decisione di partecipare al bando».
Sei stato scelto tra i molti candidati che hanno presentato la domanda. Su cosa hai puntato? «Ho studiato con professori dalla caratura internazionale, ho scoperto diverse metodologie d’insegnamento e allo stesso tempo ho ampliato il mio bagaglio culturale. Affrontare un tema da punti di vista differenti: questo è il vero punto di forza per sviluppare un approccio critico. Inoltre sono curioso e socievole, fattori importanti che sono stati notati dei selezionatori».
Che cosa consiglieresti ai nuovi candidati per prepararsi al colloquio? «Una buona conoscenza dei temi principali su cui si concentra la ricerca del nostro dipartimento è senza dubbio un elemento fondamentale. Inoltre sono fattori apprezzati la propensione all’autonomia, la capacità di organizzare efficacemente il proprio lavoro e di lavorare per scadenze».
Come si è svolta la tua esperienza di internship? «Sin dalle prime settimane sono stato coinvolto nelle più svariate attività che riguardavano i diversi progetti in corso. Questo mi ha permesso di rendermi conto delle varie fasi che compongono le attività all’interno del dipartimento».
Adesso di cosa ti occupi? «Al momento mi sto occupando del progetto CHIRB (Chatham House International Risk Briefing) che mira a individuare rischi di natura economica e politica a livello nazionale e a verificarne l’impatto su contesti macro-regionali e internazionali. L’altra attività su cui al momento sto concentrando la mia attenzione è il progetto Transworld che analizza le relazioni transatlantiche sotto svariati profili, in particolare quello economico. Nell’ambito di questo progetto a inizio maggio ho partecipato allo Steering Committee e ho rappresentato il dipartimento a un workshop presso l’Istituto Affari Internazionali a Roma».
Quali sono i progetti per il tuo futuro professionale? «Al termine dei sei mesi di tirocinio, sono rimasto qui come Resercher Assistant. Nel breve termine mi propongo anzitutto di consolidare la mia esperienza come ricercatore al di fuori del contesto universitario. Più avanti vorrei senz’altro approfondire anche la mia formazione accademica per poi valutare se perseguire una carriera in Università o inserirmi piuttosto nel settore pubblico o privato».
Cosa consiglieresti a uno studente che aspira a lavorare in un contesto internazionale? «Saper parlare e scrivere l’inglese è un elemento imprescindibile per una carriera internazionale. Il mio consiglio è di cogliere tutte le opportunità di studio o lavoro all’estero. Un altro elemento importante soprattutto nell’ambito della ricerca è la capacità di analizzare uno stesso tema a partire da punti di vista differenti. È fondamentale imparare ad adottare un approccio critico e sviluppare un proprio pensiero: per me sono stati elementi essenziali per lavorare in questo campo».