Lavorare a Bruxelles alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea proprio nel pieno del semestre italiano di presidenza. È un’opportunità notevole quella che ha vissuto Misa Labarile, diplomata nel 2002 nel master in Economics, Politics, Institutions of European Relations dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri).
Di cosa ti occupi? «Prima dell’inizio del semestre ho contribuito alla definizione delle nostre priorità. Adesso mi occupo della comunicazione politica per il nostro Rappresentante Permanente, l’ambasciatore Stefano Sannino».
Come sei arrivata alla Rappresentanza italiana all’Ue? «Grazie a un percorso articolato tra Bruxelles e Roma e viceversa. In Italia ho lavorato come policy officer sugli affari europei nell’ufficio di due primi ministri: Mario Monti ed Enrico Letta. Nell’ultimo anno avevo lavorato alla preparazione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Ue. Ritornando a Bruxelles sono ripartita proprio da lì. Prima di questa esperienza avevo trascorso tre anni alla Commissione europea, e credo che a fine presidenza vi rientrerò, perché nel frattempo ho passato il concorso per funzionari».
Da dove sei partita? «Mi ero laureata in Lingue e, prima di specializzarmi, non avevo francamente gli strumenti per impostare un percorso. Dopo il master Aseri e un paio d’anni nella comunicazione, ho seguito il dottorato in Politiche e Istituzioni in Università Cattolica: sapevo di voler intraprendere una carriera internazionale, anche se non avevo ancora un’idea precisa di come arrivarci».
Cosa consiglieresti agli studenti che hanno completato il loro percorso di specializzazione e si affacciano nel mondo professionale? «Siete sulla strada giusta, avete tutti gli strumenti, non c’è davvero nulla che non potete fare. Per me non è stato tutto facile, ovviamente: ci sono state scelte sbagliate e la strada non era segnata, ma ci ho creduto e me la sono costruita un passo alla volta. Ma quello che conta, appassionarsi».
L’Università può aiutare in questo processo? «Sì. Mettendomi in contatto con persone che mi hanno passato energia e ispirazione. Non solo gli insegnanti, ma anche i colleghi, gli amici. Ne basta uno che ti indichi una borsa di studio o un programma che non conoscevi - a me è successo molte volte - e le idee si moltiplicano. Poi a sviluppare quelle che ti piacciono di più trovi altri mondi e cresci».