L’Italia è ancora un Paese migliore rispetto all’immagine fornita dalla cronaca e dalle ambiguità della classe dirigente e dei media perché ha un grande capitale sociale, un volontariato diffuso e tantissime eccellenze. Lo ha affermato Ferruccio de Bortoli intervenendo in Cattolica il 14 ottobre alla presentazione del suo nuovo libro “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica” organizzata dal Dipartimento di Sociologia nell’ambito dei seminari “Sfide del nostro tempo”.
De Bortoli, già direttore del “Corriere della sera” e del “Sole 24 ore” e amministratore delegato di RCS Libri, attualmente presidente dell’Associazione di volontariato Vidas, per la difesa del diritto del malato a vivere anche gli ultimi momenti di vita con dignità, parte proprio da questa sua esperienza per illustrare le virtù, spesso nascoste, dell’Italia, «perché una riscossa è possibile, ma dipende da ognuno di noi». «Per riuscirci - ha detto - bisogna riscoprire un nuovo senso della legalità e avere un maggior rispetto dei beni comuni; ci vuole più educazione civica, da riportare nelle scuole, e più cultura scientifica; è necessario combattere per una vera parità di genere e per dare più spazio ai giovani in una società troppo vecchia e ripiegata su sé stessa. Il futuro va conquistato, non temuto, e non dobbiamo mai perdere la memoria degli anni in cui eravamo più poveri e senza democrazia. Solo così ci salveremo».
Gli elementi di scoraggiamento non mancano, come ha evidenziato il professor Fulvio Coltorti, docente di Storia economica: la slealtà nelle relazioni personali e istituzionali, la normativa non chiara e talvolta raffazzonata, la mancanza delle competenze di ruolo e di conseguenza la mancanza di esempi da seguire, l’evasione fiscale e l’iniquità di tasse pagate per lo più da lavoratori dipendenti e pensionati, un ruolo non propositivo degli imprenditori.
Temi ripresi anche dal professor Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche e sociali, che ha condiviso la preoccupazione per la qualità del dibattito sulle condizioni del nostro Paese al fine di ripensare l’assetto complessivo del vivere civile. Merzoni ha messo in luce l’inadeguatezza del ricambio generazionale, il rischio di individualismo anche nel volontariato, la crisi dei legami sociali, lo sgretolarsi dei corpi intermedi, la mancanza di riferimenti all’identità nazionale e agli elementi che uniscono. Di contro ha citato come elementi positivi la riscoperta del senso di comunità, l’essere cioè consapevoli degli elementi che uniscono e il riproporre una memoria condivisa quale antidoto a risorgere oltre i nazionalismi: «L’Italia può salvarsi perché ha un patrimonio inestimabile di persone di qualità».
Il tema della salvezza, richiamato nel titolo del libro, è stato ripreso anche dal professor Marco Lombardi, direttore del Dipartimento di Sociologia, quale monito a un impegno personale, fondato sull’uomo, declinato verso il futuro e aperto alla speranza. Lombardi ha richiamato a una responsabilità educativa, necessaria per raggiungere tali obiettivi, che richiede «piedi ben piantati per terra, schiena dritta, sguardo verso il cielo».
Al termine degli interventi del pubblico, Ferruccio de Bortoli si è detto lusingato per le tante sollecitazioni ricevute e per la stima e l’amicizia che gli è stata tributa in Cattolica, confidando che, tra le circa cinquanta presentazioni del volume, questa è risultata la più ricca di stimoli, di riflessioni e di sguardi sul futuro.
Citando la sua esperienza a Vidas, associazione che si occupa di migliorare la vita residua delle persone e ristabilire il nesso di affetti e relazioni è dichiarato ottimista sul futuro, perché ha toccato con mano la solidarietà della gente, una solidarietà che va da Nord a Sud senza alcuna differenza e con attenzione ad evitare lo spreco di risorse scarse. «Ce la faremo, come fa Vidas che fa nascere il sorriso sulle labbra dei propri assistiti».