«Mai avrei immaginato di ricevere gli studenti entrando nelle loro camere, di poter cogliere qualche stralcio della loro intimità tra fotografie e ricordi di infanzia. Così come i miei studenti mai avrebbero potuto pensare di entrare a casa mia e intravvedere il disordine della mia libreria».
Esordisce così Paola Abbiezzi, docente di Storia della radio e della televisione al corso di laurea Linguaggi dei media della facoltà di Lettere e filosofia, raccontando il prodotto radiofonico che sta realizzando insieme a venticinque studenti per mantenere viva la relazione con loro, anche se a distanza. Per questo progetto podcast intitolato “Diario di un semestre particolare” i ragazzi registrano audio per ciascuna delle cinque puntate programmate, su un tema relativo alla loro vita da universitari.
Ascolta "Diario di un semestre particolare / 1" su Spreaker.
Ogni puntata è costituita da quattro domande sul tema con un tempo di quindici secondi per rispondere a ciascuna… un bell’esercizio di sintesi! La prima, già confezionata e già fruibile qui, è dedicata alla “Cronistoria di una chiusura”. Quando l’emergenza da Coronavirus è entrata improvvisamente nelle nostre vite cosa stavano facendo i ragazzi? C’è chi stava studiando, chi stava svolgendo un tirocinio formativo, chi stava preparando la tesi e chi semplicemente si godeva un week end senza pensieri. Poi tutto è cambiato.
Ascolta "Diario di un semestre particolare / 2" su Spreaker.
«È incredibile come dall’imposizione di una distanza si sia creato un contatto più forte, come l’assenza abbia consolidato una relazione - racconta la docente -. Ne avevamo parlato a lezione, riflettendo sul valore dell’audio: l’oralità in assenza dell’immagine genera intimità, vicinanza, emozione. Per questo abbiamo immaginato di costruire un racconto corale che, nonostante tutto, potesse farci sentire parte di un’esperienza condivisa, distanti ma vicini».
E l’esperimento sta riuscendo molto bene, come si può ascoltare dai diversi racconti dei ragazzi che esprimono la paura iniziale, la fatica della reclusione, ma anche la speranza di uscire di nuovo presto, il desiderio di incontrare gli amici di persona, la creatività nell’inventare modi nuovi di trascorrere il tempo a casa.
I capitoli delle puntate successive saranno “Blackboard, questa sconosciuta”, “Una nuova socialità”, “Nostalgia canaglia” e un tema che saranno gli stessi studenti a proporre.
Si potrà così capire come i ragazzi si sono rapportati con le lezioni a distanza e i live streaming con i docenti. E ancora se i social, e quali in particolare, sono rimasti un luogo di aggregazione, come è cambiata la fruizione del tempo libero e se è facile la programmazione dei tempi della giornata divisi tra studio e altre attività. E poi cosa rende nostalgici, cosa manca, quale sarà la prima cosa che i ragazzi faranno una volta finita la quarantena.
Questo, però, è ancora da scoprire. Nelle prossime puntate del Diario.