di monsignor Claudio Giuliodori *
La figura del cardinale Elio Sgreccia è da tutti immediatamente collegata al suo alto magistero in ambito etico e morale, ma oltre a essere tra i primi e più grandi studiosi di Bioetica, è stato anche un raffinato educatore e un instancabile animatore spirituale. Il suo ministero sacerdotale, arricchito dagli studi di psicologia, è stato all’inizio dedicato alla formazione dei giovani soprattutto nel Seminario Regionale di Fano, diocesi di provenienza. Tale impegno formativo si è consolidato negli anni in cui, arrivato in Università Cattolica nella sede di Roma, si è dedicato all’assistenza spirituale di docenti e studenti.
È in questo contesto di alta formazione per il personale sanitario che ha approfondito la sua “vocazione” di studioso e di docente, divenendo protagonista e punto di riferimento nella ricerca e nella divulgazione delle questioni bioetiche, analizzate e valutate alla luce della tradizione della Chiesa. Declinando con intelligenza fondamenti filosofici e antropologia cristiana, ha affrontato le nuove e radicali sfide nel campo della vita umana, soprattutto sulle frontiere più avanzate della vita nascente e terminale, poste dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche, in un dialogo aperto e serrato con le istanze del pensiero moderno. Rigoroso difensore della dignità e della inviolabilità della vita umana, ha saputo offrire un alto contributo di pensiero, di insegnamento e di accompagnamento spirituale di cui gli sono grati e riconoscenti intere generazioni nel suo Ateneo, nella Chiesa e nella società.
Personalità forte e determinata, sapeva dialogare con tutti senza mai venire meno alla sua missione di difendere e diffondere l’insegnamento della Chiesa che, nell’ambito della bioetica, ha certamente contribuito, come pochi altri, a far emergere e maturare. Prima come fondatore e direttore dell’Istituto di Bioetica nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, poi come Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia e Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, da vescovo e cardinale, ha sempre offerto un contributo fedele e originale a sostegno della missione della Chiesa nel nostro tempo.
Una figura straordinaria di pastore, studioso e uomo di cultura che ha segnato un’epoca. Sentiamo e sentiremo la sua mancanza, ma nello stesso tempo lo accompagniamo con infinita gratitudine, per il bene che ha saputo fare con sapienza e passione, all’incontro con il Padre celeste perché gli doni quella pienezza di vita che in terra ha saputo così meritoriamente annunciare, testimoniare e servire.
* Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore