La facoltà di Psicologia ricerca sempre nuove idee per essere vicino ai propri studenti. Dopo le iniziative avviate durante il lockdown, ora nasce la newsletter quindicinale della Facoltà che si avvale di diversi strumenti per comunicare con i ragazzi che stanno vivendo l’università in parte in presenza e in parte a distanza, dovendo fare i conti con la fatica di trovare efficaci modalità di incontro.
“Inside Psychology” è il nome scelto per la newsletter che è partita alcuni giorni fa con il numero 0 e che ha previsto anche una versione in lingua inglese, rivolta in particolare agli studenti del nuovo corso di laurea in Psychology. «Con questo strumento vogliamo far fronte a due preoccupazioni - ha spiegato il preside Alessandro Antonietti -. Prima di tutto teniamo a mantenere il contatto con gli studenti per far sentire loro che la Facoltà è presente con sistematicità e frequenza. E poi vorremmo garantire l’informazione sulle iniziative della Facoltà raccontando eventi quali la nascita di nuovi centri di ricerca, le presentazioni di libri, l’assegnazione di premi, i progetti finanziati ecc.».
La newsletter conterrà spunti di riflessione utili alla crescita degli studenti, alle opportunità per imparare e prepararsi alla professione dando un senso alle fatiche che stanno incontrando in questo tempo difficile. A questo scopo sono stati pensati dei podcast come il primo relativo al “Porsi le domande giuste” al quale ne seguiranno altri in ogni puntata.
Inoltre all’interno della newsletter sarà proposto ogni volta un video. Nel primo numero l’idea è stata quella di raccontare i pionieri della ricerca in ambito psicologico attraverso i luoghi di Milano dove hanno operato. Un modo nuovo e curioso per condividere pillole storiche della psicologia e ad un tempo proporre un tour turistico virtuale, soprattutto agli studenti che per la prima volta si avvicinano alla città.
«All’interno della Facoltà ci stiamo confrontando tra colleghi per valutare altri argomenti da sviluppare nella newsletter con l’obiettivo di coinvolgere i ragazzi e promuovere l’idea che l’università non è solo il luogo dell’apprendimento canonico di nozioni e della frequenza delle lezioni - ha concluso Antonietti -, ma anche un’occasione privilegiata per coltivare interessi e curiosità e per conoscere ambiti nuovi al di là di quelli scelti per il proprio percorso di studi».