di Gianluca Durno e Lorenzo Giarelli
«Non sappiamo ancora se il blocco di Trump verso i Paesi arabi diventerà esecutivo, perché la decisione deve essere sottoposta a tre diversi vagli. È presto per parlare». Delia Pompa, ricercatrice di Education Policy al Migration Policy Institute, think tank americano che si occupa proprio di tematiche legate alle migrazioni internazionali, legge così il momento politico che vivono gli Stati Uniti dopo l’insediamento di Donald Trump. Lo ha fatto intervenendo all’incontro Immigrant Integration and Education Policy in the Usa, promosso in aula Bontadini, a Milano, dal centro di ricerca sulle Relazioni interculturali e dal Dipartimento di Pedagogia in collaborazione con il Consolato americano di Milano, cui hanno partecipato i professori Silvio Premoli, Laura Sidoti, dell’Università Cattolica, e Rita Locatelli, dell’Università di Bergamo.
Da quando Donald Trump è entrato nei pieni poteri di presidente, il mondo vive nell'incertezza di non sapere se il tycoon terrà fede alle promesse più estreme fatte in campagna elettorale. Uno dei temi più caldi è senz'altro quello dell'immigrazione, specialmente dopo che Trump ha confermato di voler costruire un muro al confine con il Messico e dopo che lo stesso Presidente ha firmato un’ordinanza per bloccare l'accesso negli Stati Uniti per le persone provenienti da sette Paesi a maggioranza Islamica.
In attesa di capire se il blocco diventerà esecutivo, di certo il tycoon sembra andare controcorrente rispetto alle politiche di Obama: «In generale, in tema di integrazione – ha detto Delia Pompa – Obama ha attuato buone manovre. Su tutte, l'atto con cui diede protezione a chi fosse arrivato negli Usa prima dei 16 anni di età, anche da clandestino».
La ricercatrice americana ha espresso anche preoccupazione per la tendenza diffusa in diversi Paesi europei e negli Stati Uniti a mettere in crisi le organizzazioni sovranazionali, come Unione Europea e Onu: «Non so cosa accadrà, ma per gli Stati Uniti è fondamentale non mettere a rischio il rapporto con alleati storici».