Dalla politica estera di Trump, ancora molto in fieri, alla guerra in Siria e al ruolo di Putin. Dalle continue provocazioni di Kim Jong-un al terrorismo di matrice islamica in Europa. In questo intricato scacchiere internazionale qual è il compito principale della Nato? La deterrenza? Il contrasto alle nuove forme di conflitti come la cyber warfare e la guerra ibrida? Sono solo alcuni interrogativi a cui cercherà di rispondere mercoledì 3 maggio il X Convegno di studio sull’Alleanza Atlantica, in programma dalle 9.30 alle 18.30 nella Cripta dell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (largo Gemelli, 1 – Milano). Il rapporto transatlantico dalla storia all’attualità: fasi e compiti della Nato, questo il titolo della giornata di studi che sarà introdotta dai saluti istituzionali del preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni e del direttore dell’omonimo dipartimento Massimo de Leonardis.
Obiettivo del convegno è fare il punto sull’evoluzione dell’Alleanza Atlantica e sul modo in cui questa si sta attrezzando per affrontare le sfide poste dall’evoluzione degli attuali scenari di sicurezza. Muovendosi fra storia e attualità, metterà a fuoco come sia cambiata dalla sua costituzione, nel 1949, e come si sia trasformata dopo la fine della Guerra Fredda. Le nuove minacce della cyber warfare e della guerra ibrida saranno affrontate da accademici, diplomatici e militari che metteranno in evidenza, in uno scambio a più voci, il significato che l’emergere di queste nuove dimensioni ha per una realtà a vocazione tradizionalmente militare.
Il dibattito sarà articolato in tre sessioni. La prima (ore 11-12.45), incentrata su I compiti della Nato: deterrenza e difesa, hybrid warfare e cyber defence, sarà presieduta da Massimo de Leonardis, ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e presidente ICMH. Si parlerà di Visioni Geopolitiche nella seconda sessione (ore 14-15.30), coordinata da Pier Paolo Ramoino, vice presidente, Centro interdipartimentale di Studi Strategici Internazionali Università di Firenze. In particolare, nell’ambito della discussione saranno affrontate le conseguenze che potranno avere sulla Nato le trasformazioni che caratterizzano l’odierna recente scena internazionale: dalla ‘Brexit’ all’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, dalle rinnovate ambizioni dell’Unione Europea nel campo della sicurezza e della difesa all’intrico di problemi che caratterizza il teatro mediterraneo, tradizionale ‘ventre molle’ dell’Alleanza la cui importanza, tuttavia, per il futuro dell’Italia e dell’Europa, è cresciuta enormemente nel corso degli ultimi anni.
La terza e ultima sessione (ore 16.15-18.30) - moderata da Antongiulio De’ Robertis, ordinario di Storia dei trattati e politica internazionale all’Università di Bari, e vice presidente, Comitato Atlantico Italiano - dedicherà un’attenzione particolare all’Italia e al contributo che il Paese ha dato alle attività dell’Alleanza, sia attraverso le sue Forze Armate e le sue organizzazioni, sia attraverso il suo personale politico e diplomatico, che sino dagli anni Cinquanta ha ricoperto incarichi di primo piano all’interno degli organismi comuni.
Nel corso del dibattito si potranno, infine, avere anticipazioni sui temi in discussione e sulle prospettive del prossimo vertice Nato a livello di capi di Stato e di governo, che si terrà a Bruxelles il 25 maggio.