“E vorrei che quei nostri pensieri / quelle nostre speranze di allora / rivivessero in quel che tu speri / o ragazza color dell’aurora”. Con questi versi Italo Calvino terminava la canzone Oltre il ponte, da lui scritta dopo la Liberazione immaginando un dialogo intergenerazionale fra un partigiano e una ragazza che ignora il significato della Resistenza.
Il senso dell’incontro organizzato il 27 aprile alle 11.30 dalla facoltà di Scienze della Formazione nella sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, introdotto dalla professoressa Carla Ghizzoni e intitolato La Resistenza nell’immaginario infantile, risiede proprio nella costruzione di questo ponte ideale fra un passato che tende a essere dimenticato e un presente che tende troppo spesso a dimenticare.
Per far questo si è pensato di dare al seminario un taglio peculiare, che risultasse particolarmente coinvolgente soprattutto per i ragazzi, quelli delle scuole secondarie inferiori – invitati forse per la prima volta a fare il loro ingresso in università – ma anche quelli del corso di Storia della lettura e della letteratura per l’età evolutiva della laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione.
La narrazione, infatti, sarà il filo rosso dell’incontro, con la lettura di brani tratti dal romanzo di Ilaria Mattioni Stelle di panno (edizioni Lapis, 2017) e un reading di temi originali scritti durante il fascismo dai ragazzi delle scuole medie grazie alla partecipazione dell’Associazione Quaderni Aperti.
Attraverso la proiezione di documenti dell’epoca (giornali, fumetti, copertine di quaderni di scuola, giocattoli) e l’ascolto di canzoni verrà ricostruito il clima storico e sociale del periodo, visto attraverso gli occhi dei bambini. Solo a questo punto, immedesimandosi in un ragazzo del Ventennio e interrogando se stessi, si potrà comprendere la scelta di quei giovani che decisero di “andare in montagna”, di combattere per la libertà, di Resistere.
L’incontro si propone infatti di accompagnare i partecipanti in un percorso che conduca alla comprensione di quei sogni di libertà, uguaglianza e giustizia che guidavano quegli adolescenti che decisero di diventare partigiani. La ricerca del “proprio posto nel mondo” accomuna i ragazzi di ieri e di oggi e ricordare a questi ultimi, prendendo in prestito le parole di Calvino, che battersi per “un mondo più umano, più giusto, più libero” è sempre una buona scelta, non può che essere positivo.