Le origini sono differenti, le ambizioni pure. Nonostante questo il destino di Gianluca Palermo e Alessandro Vitro corre su una strada comune: laurea in Cattolica e sviluppo professionale all’estero nel campo della consulenza giuridica nelle istituzioni dell’Unione Europea. Sono le loro testimonianze il momento clou del ciclo di incontri “Il ruolo del consigliere giuridico nell’Unione Europea” svoltosi dal 21 al 28 marzo nella nostra università e coordinato da Francesco Bestagno.
Gianluca Palermo, trent’anni, siciliano, vive e lavora in Lussemburgo dove lavora come consulente al Fondo Europeo per gli Investimenti. Laureatosi con il professor Bestagno alla Cattolica di Piacenza con una tesi dal titolo Gli effetti delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo Gianluca ha cercato fortuna all’estero: «Dopo l’università ho pensato soprattutto a conseguire l’abilitazione specializzandomi nella finanza strutturata. In seguito ho provato a giocarmi la carta del Fei e fino a questo momento è andata bene. Si tratta di una posizione che avevo ‘puntato’ da tempo – spiega Gianluca – e quando navigando sul web ho scoperto che stavano cercando un profilo che rispondeva alle mie caratteristiche non ci ho pensato sopra due volte e ho proposto la mia candidatura».
«In che cosa consiste il mio lavoro? Identificare i rischi legali che l’ente per cui lavoro corre nel mettere in atto una determinata operazione. È una posizione che mi piace moltissimo – spiega - perché è un’istituzione dinamica e, lavorando all’ufficio legale, ho la percezione complessiva del lavoro svolto dall’ente. Senza dimenticare che questo impiego mi permette di lavorare in un ambiente professionalmente e umanamente splendido con persone che provengono da numerosi Paesi e che hanno background estremamente diversi tra loro».
Alessandro Vitro, 39 anni, invece si è laureato nel 1994 in Filosofia del Diritto con la tesi Crisi e critica del matrimonio laico nello Stato di diritto e attualmente fa parte del Servizio giuridico del Consiglio dell’Unione Europea che ha sede a Bruxelles: «Una carriera che non avrei mai pensato di intraprendere, nella mia testa avevo l’intenzione di fare una carriera notarile. Dopo aver fatto varie esperienze tra cui quella dell’insegnamento in un liceo nel 1999 mi sono trovato davanti al bando per il mio lavoro attuale. Dopo un anno di prove e selezioni alla fine ce l’ho fatta e nel 2001 sono stato assunto».
«Il compito dello staff di cui faccio parte è quello di fornire assistenza giuridica al Consiglio UE sulle questioni inerenti le relazioni internazionali. Si tratta di un lavoro che può dare grandi soddisfazioni ma che però – mette in guardia – può comportare anche pesanti frustrazioni. E' infatti di un mondo dove dominano gerarchia e burocrazia. Può capitare di lavorare per mesi su una risoluzione che non vedrà mai la luce o di partecipare a riunioni fiume dove nessuno ci rivolge la parola per ore ma che, quando questo avviene, deve trovarci pronti con una soluzione. Tuttavia quando serve occorre avere anche la personalità di intervenire se qualcuno propone operazioni “illegali”».
Infine uno stimolo alle giovani giuriste: «Se da italiano so benissimo quanto sia difficile riuscire ad emergere nel nostro Paese da persona che lavora all'interno dell'UE vi dico che lì potrete tranquillamente giocarvi le vostre carte. Metà della mia squadra di lavoro è composta da donne così come gran parte dei professionisti che lavorano nelle istituzioni dell'Unione, comprese le cariche più alte. Basti pensare che il ministro della Difesa dell'Unione è una donna».