Professore per un giorno all’Università Cattolica. «Aprite il libro a pagina 21», e subito scrosciano gli applausi per la prima delle tante battute di Fiorello durante la lezione-show tenuta oggi agli studenti accorsi in massa a riempire i 700 posti dell’aula Gemelli della sede milanese. Fiorello format. La tradizione del varietà e le nuove piattaforme è l’incontro organizzato dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (Certa) diretto dal professor Aldo Grasso, che insieme al conduttore tv Alessandro Zaccuri ha dialogato per circa un’ora con il popolare showman siciliano. «È difficile parlare di Fiorello perché si rischia sempre di fare brutta figura: lui è il più bravo», dice il critico televisivo evidenziando l’amicizia che lo lega, ormai da cinque anni, all’ateneo milanese.
Circondato dai giovani, Fiorello ammette di provare un gran piacere nel confrontarsi con loro, e di sentirsi ancora giovane pur essendo alla soglia dei 50 anni. Inizia a parlare di comunicazione, «un po’ troppa» secondo lui, e spiega perché: «Ieri ho fatto uno spettacolo a Milano e oggi sui giornali è possibile leggere tutte le mie battute, così chi verrà al prossimo show le saprà già tutte». O quasi, visto che a Fiorello non piace fare sempre le stesse cose. Lo dimostra la sua carriera, con il grande successo in Rai di “Stasera pago io” e il passaggio inaspettato in radio insieme a Marco Baldini, per poi lanciarsi nell’avventura degli spettacoli live nei palazzetti di tutt’Italia.
Secondo Aldo Grasso, «ci ha dato una lezione di coraggio, visto che poteva godersi il successo televisivo invece di dedicarsi alla radio e al teatro». Fiorello spiega però che tutti i cambiamenti «sono in funzione della mia pigrizia perché lavorare in Rai è una cosa infernale e molto impegnativa». E critica il vizio della tv di ripetersi sempre quando una formula funziona. Ma il suo motto è diverso: cambiare. Riferendosi alla media di otto milioni di spettatori a puntata di “Stasera pago io”, Fiorello dice che più di quello non poteva fare, anzi avrebbe rischiato solo di peggiorare: da qui la scelta di lavorare in radio e poi a contatto con i suoi fan negli spettacoli dal vivo. «Mi piace il contatto con il pubblico, infatti ho iniziato facendo l’animatore e non rinnego nulla perché quella esperienza è stata la mia palestra».
Parlando poi del futuro, e delle insistenti indiscrezioni sulla sua partecipazione come conduttore di Sanremo, Fiorello taglia corto: «Io non so presentare, non è il mio mestiere, anche perché non mi va che un altro vada sul palco al posto mio. Voglio far ridere la gente, che deve uscire dal teatro e dire “Mi son proprio divertito”». Così la fatica dopo tre ore di spettacolo non si fa sentire quando è lo stesso showman a divertirsi per primo. Alla fine partono anche alcune domande dal pubblico. Una ragazza gli chiede come nascono i suoi testi. Semplice: «Giocando a biliardino». In effetti, spiega Fiorello, «mi viene più facile inventare una battuta sul campo di battaglia, durante gli spettacoli». Finita la lezione, c’è ancora spazio per un’ultima esilarante battuta: «Vi invito tutti a pranzo, ragazzi: tanto paga il magnifico rettore». Parola di Fiorello.