Il soccorso medico durante le emergenze e i disastri, il trasporto e la cura definitiva dei feriti sono un problema crescente nel mondo e richiedono la predisposizione di piani organizzativi sempre più complessi sul luogo dell’incidente e all’interno degli ospedali. Al fine di poter sperimentare, almeno virtualmente, le soluzioni organizzative ritenute migliori per fronteggiare queste gravi evenienze la Commissione Europea ha premiato nel 2007 con un finanziamento del 7° Programma quadro (FP7) un Progetto di ricerca per modellizzare e simulare i feriti e le attività di soccorso nelle emergenze e nei disastri. La ricerca era stata presentata da un consorzio di aziende ed enti di ricerca di vari Paesi d’Europa, tra cui l’Università Cattolica di Roma, Elsag/Datamat e CNR (Italia), IABG (Germania), Elbit (Israele), ITT (Polonia), IFAD (Danimarca), Skytek (Irlanda).
I risultati del Progetto SICMA sono stati presentati agli esperti internazionali del settore dal 9 al 12 giugno scorso a Monaco, nella sede della Società IABG, leader tedesco nella progettazione di software per la sicurezza nei settori dell’avionica e della difesa. Per l’Università Cattolica, che ha rappresentato la componente medica del Progetto, hanno partecipato il prof. Daniele Gui [nella foto], direttore della Divisione Osservazione Breve Chirurgica del Policlinico “A. Gemelli”, la dottoressa Sabina Magalini e il dottor Massimo Di Mugno. Anche il sistema di calcolo statistico del simulatore è stato elaborato all’interno del Policlinico Gemelli per opera del dottor Andrea De Gaetano, responsabile del Laboratorio di Biomatematica dello IASI- CNR, in virtù di una specifica convenzione di ricerca.
Nel corso dei tre giorni sono state realizzate dimostrazioni pubbliche di come il simulatore sia in grado di elaborare i piani preventivi per la migliore distribuzione e gestione delle risorse di soccorso. Gli operatori hanno potuto scegliere la sede dell’esercitazione su una grande mappa computerizzata della città di Roma, che è stata presa come base del piano di esercitazione data la elevata componente italiana nel Consorzio. Sulla pianta della città presentata con struttura tridimensionale, gli esperti hanno messo alla prova il simulatore, definendo la sede di un esplosione, dislocando i mezzi di soccorso, predefinendo gli ospedali ai quali trasportare i feriti e soprattutto le “dottrine” operative del soccorso. “Per esempio sul luogo del disastro – ha spiegato il chirurgo d’urgenza Gui - può essere applicata la dottrina tradizionale del cosiddetto ‘posto medico avanzato - PMA’ dove i feriti ricevono le primissime cure mediche per stabilizzare le funzioni vitali e poi vengono trasferiti in ambulanza o in elicottero agli ospedali. Diversamente, si può decidere di avviarli immediatamente all’ospedale, omettendo il trattamento sul campo per non correre il rischio di una seconda esplosione quando si tratti di attentati (dottrina dello Scoop e Run)”. Altre importanti scelte sono quelle della priorità da assegnare al singolo ferito per il trasporto in ambulanza, e in quale modo distribuire i feriti tra gli ospedali della zona, che nel caso della esercitazione sono stati i DEA (Dipartimenti di Ermergeza) di I e II livello presenti nell’area di Roma. Il simulatore ha innanzitutto “creato” una serie di 350 “feriti”, ciascuno con lesioni compatibili con il tipo di incidente (esplosione), la maggior parte non gravi (i cosiddetti codici verdi, che sono largamente prevalenti in ogni tipo di disastro), ma altri con lesioni incompatibili con la sopravvivenza se non curati in pochi minuti o ore (codici neri e rossi), altri ancora meno critici (gialli). Ciascun ferito viene seguito dal simulatore in tutto il percorso del soccorso, “aggravandolo” o “migliorandolo” in relazione alla tempestività e correttezza delle cure prestate. “Al termine del processo – ha aggiunto Gui - , il simulatore ha calcolato il numero dei morti e mostrato in maniera grafica i pregi e i difetti delle diverse soluzioni organizzative, identificando i colli di bottiglia del flusso delle attività di soccorso e proponendo una soluzione ottimale”.
I sistemi di simulazione sono strumenti oggi utilizzati in numerosi settori della vita civile, industriale e militare, dove devono essere prese decisioni critiche sulla base di esperimenti, che non possono essere realizzati nella realtà e che devono quindi essere simulati. Anche in Italia nell’ambito dei sistemi sanitari si vanno diffondendo anche a giovamento dell’attività del 118, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito, nonché dei manager sanitari.