«Ma soprattutto è necessaria la passione per la propria disciplina». Quella che ha coltivato per tutta la sua vita Franca Brambilla Ageno, la filologa ricordata a Brescia in un convegno promosso dalla facoltà di Lettere e dalla Biblioteca Marcolini che conserva la maggior parte dei suoi libri. Franca Brambilla Ageno è stata una figura di capitale importanza per la filologia e per la storia della lingua italiana del Novecento: allieva di Alfredo Schiaffini e Achille Pellizzari all’Università di Genova, insegnante per molti anni al liceo-ginnasio “Beccaria” di Milano, tenne per qualche tempo il corso di Storia della lingua italiana all’Università Cattolica, lì invitata da Giuseppe Billanovich. Svolse quindi la propria carriera presso l’Università di Parma, dove insegnò Storia della grammatica e della lingua italiana e Filologia italiana. Autrice di una serie assai cospicua di saggi sui primi secoli della nostra letteratura, Franca Brambilla Ageno è stata l’editrice, tra gli altri testi, delle Laudi di Iacopone da Todi (1953), dell’Elegia di Madonna Fiammetta di Giovanni Boccaccio (1954), del Morgante di Luigi Pulci (1955) e soprattutto del Convivio di Dante Alighieri (1995) per l’Edizione Nazionale. Restano fondamentali il suo volume di studi Il verbo nell’italiano antico. Ricerche di sintassi (1964) e il manuale L’edizione critica dei testi volgari (1975, una nuova edizione nel 1984).
Dopo la sua morte, nel 1997 sua figlia Elena Brambilla ha donato alla Biblioteca “P. Ottorino Marcolini” i libri di Franca Brambilla Ageno, da allora a disposizione di docenti e studenti della Sede di Brescia dell’Università Cattolica. Nell’apertura dei lavori il professor Andrea Canova ha definito la filologia «una storia di persone vere alla ricerca di una verità. I libri che noi studiamo nascondono dietro il loro aspetto anni di vicende umane, di sofferenze e anche di contrasti con gli editori». Come testimonia il fondo Ageno, composto da 2.000 titoli tra monografie e opuscoli, con sezioni dedicate alla filologia italiana, francese e spagnola, e alla letteratura in generale.
Padre Carlo Paolazzi ha raccontato la “felice avventura di collaborare” con Franca Brambilla Ageno, la “signora”, la “maestra” come lui la chiama affettuosamente. Il padre francescano conobbe Brambilla Ageno nel 1959 quando le fece da assistente nei corsi di filologia dantesca che tenne all’università Cattolica di Milano. In seguito, curò dal punto di vista redazionale il dattiloscritto dell’introduzione all’edizione critica del Convivio. Padre Paolazzi ha inoltre ricordato l’impegno che Brambilla Ageno metteva nel fare le indagini filologiche, un lavoro quasi “ascetico”, ma anche gli scontri accesi con Gianfranco Contini.