Come è possibile comunicare, condividere la singolarità dell’esistenza? Può un’esistenza singolare avere un significato universale? Quali sono i limiti e le potenzialità di un linguaggio filosofico? Come ha affrontato Kierkegaard questo problema nella sua produzione sfaccettata e originale, con quale tipo di linguaggio e, soprattutto, con quale obiettivo? Sono alcune delle provocazioni cui hanno cercato di rispondere gli studiosi che hanno partecipato alla realizzazione di un numero monografico che “La Rivista di Filosofia Neo-Scolastica” ha dedicato all’opera e all’influenza filosofica di Søren Kierkegaard.
Il periodico dell’Università Cattolica, pubblicato dalla casa editrice Vita e Pensiero, a duecento anni dalla nascita del grande pensatore danese, considerato tra i padri fondatori dell’esistenzialismo, ha voluto rendergli omaggio realizzando un fascicolo che raccoglie i contributi dei suoi maggiori studiosi, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. “Comunicare l’Esistenza. La singolarità e i suoi linguaggi”, il titolo del numero monografico (3-4/2013) che sarà presentato il 7 aprile alle 16.30 nell’aula Santa Maria (G. 130) dell’Ateneo. Interverranno Massimo Marassi, direttore del Dipartimento di Filosofia e della “Rivista di Filosofia neo-Scolastica”, Ingrid Basso, curatrice del volume, Virgilio Melchiorre, professore emerito dell’Università Cattolica, Roberto Garaventa, dell’Università degli Studi di Genova, e Franco Riva, dell’Università Cattolica.
Sicuramente tra le iniziative editoriali più significative del bicentenario, il numero della Rivista dedicato a Kierkegaard si contraddistingue anche per la ricchezza dei temi affrontati. Come spiega nell’introduzione la curatrice della raccolta Ingrid Basso. «I diversi contributi degli studiosi kierkegaardiani di tutto il mondo che si sono avvicendati con l’intento di rendere ragione dei diversi luoghi dell’opera del filosofo danese in un anno impegnativo come quello del bicentenario della nascita ruotano intorno a questo tema della comunicazione di esistenza nelle sue diverse sfaccettature e nei diversi momenti del suo farsi. Essi si muovono in tangenza con le fasi della produzione letteraria kierkegaardiana cercando di analizzare via via i contenuti e la struttura della riflessione del filosofo, soffermandosi talvolta su piccoli spunti che l’opera di Kierkegaard fornisce per poi spiccare il volo verso altri luoghi concettuali o tematici, o verso altri autori che in qualche modo hanno fatto tesoro della riflessione kierkegaardiana».
«È questa eterogeneità di proposte legate da una sostanziale comunanza tematica - continua la curatrice - a costituire la ricchezza della presente raccolta, che va dall’analisi propriamente teoretica della proposta kierkegaardiana a partire dai testi specifici all’esame dei luoghi biblici percorsi dal filosofo, dall’interrogazione di alcune figure presenti nella riflessione kierkegaardiana ai problemi inerenti alla traduzione delle sue opere, dal tema della pseudonimia a quello dell’universalità del suo messaggio per giungere infine all’esplorazione di un contesto culturale specifico, quello danese, mai troppo indagato, e soffermarsi su concetti isolati che talvolta esulano dall’ambito meramente filosofico per approdare ai territori dell’arte e della letteratura cui, spesso inconsapevolmente, Kierkegaard ha attinto e che ha a sua volta ispirato».