Prepararsi alle professioni biomediche non solo con le competenze tecniche, ma con la capacità di rispondere alle domande sul senso e sui valori dell’arte di prendersi cura. È una sfida decisiva, quella che hanno affrontato gli studenti e i giovani professionisti che hanno partecipato al Congresso «Con innocenza e con purezza custodirò la mia vita e la mia arte» - Realtà o Utopia?, promosso dal gruppo studentesco “Giovani per un mondo unito” in collaborazione con l’associazione "Medicina Dialogo Comunione", e con il sostegno della presidenza della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica. I veri protagonisti nell’ideazione, nella realizzazione e nella conduzione dei due giorni di confronto e dibattito – il 23 e 24 ottobre, presso l’aula Vito del Policlinico “Agostino Gemelli” – sono stati, infatti, ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia e anche dall’estero (Belgio, Messico, Germania): iscritti a differenti corsi di laurea (da Medicina e Chirurgia a Infermieristica, da Biologia a Farmacia), dottorandi, ricercatori, specializzandi, medici dirigenti di primo livello.

Oltre a loro, grazie al collegamento via satellite, altri 23 gruppi di studenti, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dalla Svizzera alla Lituania, hanno assistito in diretta ai lavori che si sono snodati fra relazioni di docenti ed esperti (fra cui la dottoressa Flavia Caretta del dipartimento di Scienze gerontologiche, geriatriche e fisiatriche), tavole rotonde e discussioni aperte.

Giovani a confronto sulle professioni biomediche. Un momento del congressoIl tema, ripreso da una suggestiva frase del Giuramento di Ippocrate, ha consentito di ragionare su questioni centrali per chi si stia formando alle professioni sanitarie: le relazioni con i pazienti e fra colleghi, i nuovi sviluppi tecnologici, i contesti sociali e i risvolti etici costituiscono per i giovani professionisti elementi qualificanti imprescindibili, sebbene non di rado trascurati negli attuali percorsi didattici. Una particolare attenzione è stata dedicata all’etica della ricerca, nel campo medico e farmacologico, e alle ricadute concrete sulla pratica quotidiana.

Non sono mancate proposte concrete, fra cui – come spiega Alessandra Mazziotti, studentessa del sesto anno di Medicina in Cattolica e membro del Comitato scientifico che ha organizzato il Congresso – «la predisposizione sul sito del Congresso (www.mdc-youthcongress.org) di un forum per il confronto costante su tematiche specifiche, e la creazione di una rete di contatti fra i partecipanti». L’obiettivo più ambizioso? «Iniziare a cambiare concretamente il nostro modo di lavorare coltivando il dialogo, affinché anche attraverso la diffusione di queste idee la cultura dominante della sanità possa sempre migliorare».