Negli anni ’80 nasceva la televisione commerciale italiana, e come dimenticare i programmi di intrattenimento di quegli anni: da “Bis” (1981), a “Pentatlon” (1985-1986) fino ad arrivare a “TeleMike” (1987-1992). Come dimenticare soprattutto lui: Mike Bongiorno, il presentatore che più di tutti ha fatto la storia della tv italiana unificando un Paese intero con il suo modo di parlare e la sua presenza scenica. A cinque anni dalla sua morte ancora si parla della storia del noto presentatore televisivo che coincide poi con la storia della televisione di quegli anni. Ed è proprio questo l’obiettivo del libro “Tutta colpa di Mike” scritto a quattro mani dal produttore televisivo Edmondo Conti e da Niccolò Bongiorno e presentato il 27 marzo in Università Cattolica con il professor Giorgio Simonelli. I due autori ripercorrono 30 anni di storia della televisione italiana attraverso la passione e la vivacità di Mike Bongiorno, con un approccio appunto autobiografico.
«Abbiamo trovato molte difficoltà per pubblicare questo libro - spiega Edmondo Conti - ma alla fine siamo riusciti a farlo con la casa editrice Giuliano Landolfi. Nelle sue pagine sono molto critico con la televisione di oggi, faccio fatica a riconoscerla, se fossi un bambino di dieci anni non credo che me ne innamorerei: la tv di Mike trasmetteva entusiasmo e allegria, tutti valori che non mi sembrano appartenere al panorama televisivo di oggi». Negli anni ’70 esisteva solo la fascia prime time per i programmi più importanti. Mike fu il primo a credere anche nella tv del mezzogiorno: quando Berlusconi gli chiese di occuparsi di quell’orario lui iniziò a condurre “Bis”. Nel programma bisognava risolvere un rebus ed era il tipico format di intrattenimento dell’epoca, come anche “Il pranzo è servito” o “Big” presentato da Carlo Conti. «Quella era televisione fatta con stile, classe ed eleganza - continua Edmondo Conti -, l’allegria era un elemento fondamentale, oggi vedo solo violenza o servizi di cronaca nera o rosa. Personalmente mi piacerebbe vedere un cambio di rotta nei programmi e poter affiancare quelli di informazione a divertenti game-show: qualcuno deve dare una smossa a questa televisione».
“Tutta colpa di Mike” è stato scritto con l’intento di rappresentare un approfondimento preciso e puntuale su 30 anni di storia della televisione ma con la volontà di farlo in modo leggero, raccogliendo le testimonianza di chi lo aveva conosciuto bene, come Pippo Baudo, Fiorello e Fabio Fazio. A tutti gli intervistati è stato chiesto quale programma di Mike vedrebbero bene nella televisione di oggi, la maggior parte ha risposto con il famoso programma “La ruota della fortuna”.
«Il contributo di Mike Bongiorno alla storia della televisione è avvenuto in tre momenti precisi - spiega il docente di giornalismo radiofonico e televisivo Giorgio Simonelli -: il periodo in cui lavorava in Rai e ha inventato l’intrattenimento con “Lascia o raddoppia”, con questo ha contribuito a diffondere un italiano basico, semplice, che ha unito tutti gli italiani». Su questo c’è un’osservazione che aveva fatto Umberto Eco: a un certo punto tutti gli italiani usavano l’espressione “esatto” per dare conferma, ed era proprio Mike a dire a un concorrente durante i suoi programmi: «La risposta è esatta». «Un altro momento importante fu il passaggio dalla televisione pubblica a quella commerciale - continua Simonelli - Mike è sempre stato un sostenitore della tv commerciale. Negli ultimi anni poi egli fu messo da parte nel panorama televisivo e il suo talento finì sprecato».
Anche Edmondo Conti è d’accordo con questa visione: «Proprio il ’93 è stato un anno di svolta nella carriera di Mike - racconta - allora a Mike veniva rinnovato il contratto mese per mese ed era ossessionato dagli ascolti. Nel 2003 poi, dopo il trasferimento su Rete4 è stata chiusa “La ruota della fortuna” (www.giralaruota.it), il più longevo quiz di cultura italiana. L’ultimo programma di Mike è stato “Genius”».
Nel corso dell’incontro Niccolò ha annunciato un possibile ritorno di “Rischiatutto”, quiz televisivo di successo degli anni ’70 condotto da Mike. «Era il format preferito di mio padre, ci sono artisti e produttori che vorrebbero tanto provare a rifarlo - ha spiegato Nicolò - Sarebbe interessante rivederlo in tempi prossimi, magari a settembre in occasione del quinquennio dalla morte di Mike». Con il fanta-toto-presentatore già avviato tra Carlo Conti, Fabio Fazio e Pippo Baudo.