Un lungo e caloroso applauso. Così un'aula magna gremita in ogni ordine di posto ha salutato il rettore Lorenzo Ornaghi nella prima uscita pubblica nella "sua" università nella nuova veste di ministro dei Beni Culturali.
A fornire l'occasione la presentazione del libro di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera nonché ex studente del nostro ateneo, "La prima politica è vivere" (Mondadori 2011) : «Per me è una grande emozione - ha spiegato con un pizzico di emozione l'autore - poter presentare il libro qui, nella mia città e nella mia università davanti al mio maestro Alberto Quadrio Curzio».
Ad accompagnare Lupi nella presentazione c'erano quelli che l'autore ha definito «tre amici che fanno parte della mia storia e dunque del libro» : il vicesegretario del Partito Democratico Enrico Letta, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli e, per l'appunto, Lorenzo Ornaghi.
«Dobbiamo spiegare ai giovani che vale la pena fare politica - ha spiegato Ornaghi nel suo intervento - perché possano essere non domani ma già oggi parte della classe dirigente». Stimolato dal direttore De Bortoli Ornaghi si è poi soffermato sul ruolo dei cattolici in politica:«Rispetto al passato è cambiata la forma specifica del loro contributo. Prima giocavano un ruolo cruciale l'Azione Cattolica e gli oratori ora le cose sono mutate e non c'è dubbio che l'attività di don Giussani abbia avuto grande influenza in questa evoluzione. La politica - ha concluso Ornaghi riprendendo due capitoli del libro di Lupi - deve tornare ad essere percepita come vocazione, come chiamata».
Un altro tema toccato durante il dibattito è stato quello riguardante i toni della politica, che negli ultimi tempi troppo spesso è scaduta in un clima da stadio in cui si sfidano le "tifoserie" contrapposte. Una nuova stagione sembra però essersi aperta nelle ultime settimane come ha voluto ricordare nel suo intervento Enrico Letta: «Sono passati solo undici giorni dalla presentazione del libro che abbiamo fatto a Roma ma sembra passato un secolo, tira un'aria nuova, la stessa aria che si respira nel libro di Lupi come del resto si evince dal suo bellissimo titolo. La politica infatti non può che venire dalla persone che la fanno, dalla loro umanità».
«Il titolo, se devo essere sincero - ha svelato Lupi - non l'ho scelto io ma la casa editrice e riprende un volantino dei Cattolici Popolari del 1977. Una scelta quantomai azzeccata. Erano altri tempi, è vero, ma il concetto che la vera politica è vivere è quantomai attuale. Dobbiamo riqualificare la politica dalla campagna mediatica che l'ha ridotta a una casta di privilegiati. Non è così e gli eventi di questi giorni lo dimostrano. Si è parlato di sconfitta della politica ma è vero il contrario. Il farsi da parte nell'interesse collettivo a discapito di quello del proprio partito è il gesto estremo della politica».