di Serena Fortuna *
Un’esperienza unica, per molti di noi il primo passo verso la cultura americana, un mondo totalmente diverso dal nostro nel modo di pensare, nel modo di vivere. Le tre settimane vissute tra Bay State Road (via del Residence) e Commomwealth Avenue (sede dell’università) rimarranno a lungo nei nostri pensieri: un fiume di emozioni e di ricordi, di lezioni, di progetti di gruppo svolti fino a notte fonda, di nuove amicizie, di viaggi… A Boston abbiamo vissuto il vero e proprio “sogno americano”.
Il programma prevedeva lezioni di Presentation Skills, Interactive Marketing Communication, Event Planning and Promotion (tutti rigorosamente in lingua) ed è stato seguito dai professori Tobe Berkovitz, Tom Fauls, Lauren Glaser, Steve Quigley, docenti altamente qualificati oltre che esempi di generosità e di professionalità. Il corso è servito prettamente a consolidare molte delle conoscenza apprese in modo superficiale nei nostri studi universitari e a scoprire nuovi ambiti di studio, a perfezionare il nostro inglese con le lezioni di Presentation Skills e con i talk show da noi ideati, a renderci capaci di ideare e progettare un evento in tutte le sue fasi (dal budget al menù), a creare, infine, un advertising game e il relativo lancio di Fiat 500 in America.
Ma è servito anche a conoscere un altro modo di fare lezione, più interattivo, pratico e coinvolgente: lezioni e corsi dove anche se non prendi appunti riesci a ricordarti tutto quello che è stato detto perché ti coinvolgono a tal punto che sembrano studiati per te. Lezioni che non ti pesa affrontare anche dopo una dura sessione di esami. Lezioni dove sai di imparare qualcosa, perché non ruotano solo intorno a concetti astratti, ma sono pensate per rendere tutto chiaro e comprensibili. E professori capaci di trasmetterti la passione attraverso ciò che stanno spiegando come pochi sanno fare. Ogni giorno era diverso per i temi affrontati, per gli interventi o le visite di agenzie pubblicitarie e pei progetti da eseguire: dall’elevator speech per presentarci in soli 2 minuti davanti a un pubblico, all’ideazione di un graduation party, da un talk show a una campagna pubblicitaria sulla Fiat.
L’impegno che abbiamo messo nell’eseguire i progetti è stato notevole da parte di tutti: molti di noi sono rimasti svegli fino a notte fonda perché tutto fosse perfetto il giorno dopo, e ogni gruppo era soddisfatto del proprio lavoro per la dedizione e la cura dimostrata nello svolgere i lavori. Ogni settimana erano inoltre previste visite nelle agenzie pubblicitarie, negli hotel più all’avanguardia, per conoscere le loro strategie di marketing e advertising e per confrontarci con i Ceo o con i responsabili e capire come hanno fatto a realizzare il loro sogno, dandoci anche la possibilità di fare un internship nella loro azienda. Il programma estivo ci ha inoltre permesso di trascorrere alcuni weekend “fuori sede” e di vivere più a fondo la vita americana, come i viaggi a Marta’s Vineyard (l’isola dei Kennedy), le cascate del Niagara, Salem, Harvard e una piccola vacanzina a New York a fine corso. Abbiamo vissuto ogni attimo di quest’avventura vivendo per tre settimane da veri e propri americani, sorseggiando caffè di Starbucks tra una lezione e l’altra, facendo merenda con una fetta di cheescake e riposandoci sul molo dietro il residence dopo cena aspettando il tramonto. Ma il ricordo più bello è legato alle splendide amicizie nate con i miei compagni d’avventura con i quali ho condiviso ogni momento: un gruppo così forte che a distanza di mesi non riesce ancora a staccarsi e cerca di vedersi il più possibile per rivivere i momenti più belli dell’estate 2009 a Boston. Almeno con il pensiero.
* 23 anni, studentessa del secondo anno della laurea specialistica in Management internazionale, facoltà di Scienze linguistiche