di Elena Appiani e Anna Facchi
Coniugare il lato dello studio della lingua e della cultura cinese con visite ai luoghi più famosi e tipici della Cina, che avevamo ammirato solo in televisione o su libri e riviste. Una possibilità che è diventata reale grazie al bando dell'Istituto Confucio dell'Università Cattolica per partecipare all'Experiencing Chinese Culture 2013. Questo programma con il supporto del ministero dell'Istruzione Cinese (Hanban) e della Beijing Language and Culture University (Blcu) assegna borse di studio che permettono agli studenti di trascorrere due settimane a Pechino e Shanghai per vivere l'esperienza della lingua e della cultura cinese.
Entrambe appassionate di cinese, nel mese di luglio siamo partite alla volta di Pechino (北京) con altri otto studenti che hanno superato la selezione. Il primo impatto è stato fantastico: una cerimonia di benvenuto organizzata in nostro onore. Per tutta la durata del soggiorno studenti della Blcu o responsabili dell'Istituto Confucio della Cina ci hanno condotto nell'esplorazione di un mondo per noi sconosciuto. Sebbene all'inizio sia stato duro ambientarci e prendere il ritmo, in pochi giorni grazie al loro aiuto ci siamo tutti perfettamente integrati. Il tempo è volato e la cerimonia di chiusura assieme al fatidico momento dei saluti è inevitabilmente arrivata, ma per fortuna, grazie ai social network, possiamo ancora tenerci in contatto.
Alloggiate nel building 17 dello studentato della Blcu, la mattina seguivamo lezioni in inglese di lingua e cultura cinese all'interno del campus mentre nel pomeriggio e la sera abbiamo potuto fruire di una serie di attività organizzate: da una lezione di calligrafia a una di Tai Chi Chuan, da uno spettacolo di Acrobazia cinese a una cerimonia del tè. Abbiamo poi visitato luoghi tipici come piazza Tiān'ānmén (天安门事故) e la Città Proibita (紫禁城) e vari templi dove i cinesi si recano quotidianamente a pregare e bruciare incensi come offerta.
Il tutto accompagnato dallo shopping in stile cinese, sia in grandi centri commerciali che per strada e nei caratteristici vicoletti di Pechino, gli Hutong (胡同), dove si contratta abitualmente sui prezzi della merce. Anche nelle grandi città cinesi, senza andare per forza nella Spagna della "movida", la notte è giovane e molti negozi sono aperti 24h su 24. La Grande Muraglia (长城) è stata un'esperienza unica: una tappa obbligatoria per chi visita Pechino, sebbene sia abbastanza impegnativa da percorrere se si opta di raggiungerla attraverso il percorso a piedi, che richiede un paio di scarpe con buona presa.
"Spirito di adattamento" è la parola d'ordine anche per quanto riguarda il cibo, molto diverso da quello che siamo abituati a trovare nei ristorantini cinesi in Italia, anche se non ci siamo spinte fino a mangiare gli scorpioni fritti a Wang Fujing o negli Hutong.
Il treno superveloce (302 km/h!) ci ha portato poi a Shanghai (上海) per qualche giorno. Una città opposta a Pechino: molto più industrializzata e tecnologica, con grandi palazzi e grattacieli in stile occidentale. Abbiamo visitato il famoso Museo di Shanghai, che raccoglie una magnifica collezione di arte e antichità cinesi, visitato l'area dell'Expo 2010, fatto una mini crociera serale sul fiume Yangtze, che ci ha permesso di ammirare lo skyline di Shanghai by night, per poi salire sulla torre Tv "Perla d'oriente" (东方明珠) che, con i suoi 468m di altezza, rappresenta la terza più alta di tutta l'Asia. Giardini e templi hanno completato la nostra visita insieme alla città antica di Zhu Jiaozhen (朱家角古镇) conosciuta anche come la "Venezia cinese". In contrasto con l'idea così diffusa di associare spesso questo Paese all'inquinamento, in Cina la cosa che può stupire di più è trovare, anche in grandi città come Pechino e Shanghai, vere oasi verdi ben curate, con piante centenarie e bellissimi giardini dove ci si può rilassare e trovare refrigerio durante l'estate.
La Cina e queste due città ci hanno emozionato e affascinato. Siamo rimaste conquistate sia dalla gente del posto che dai panorami mozzafiato. E se il "mal d'Africa" è quella sensazione di nostalgia di chi ha visitato il continente nero, ora è urgente che qualcuno trovi un sinonimo anche per la Cina, perché a noi è capitata la stessa cosa.
* Elena Appiani, 22 anni, di Bagnolo Mella (Bs), terzo anno della Laurea Triennale in Scienze Linguistiche, curriculum Relazioni Internazionali, sede di Brescia; Anna Facchi, 22 anni, di Manerbio (Bs), terzo anno della Laurea Triennale in Scienze Linguistiche, curriculum Esperto Linguistico d'Impresa, sede di Brescia