Per migliaia di bambini è tempo di tornare in classe. E quest’anno, col suono della campanella, arriva “Modi”. “Migliorare l’organizzazione didattica. Un programma centrato sulla persona” è il progetto innovativo che coinvolge molte scuole italiane e, in particolare, 94 classi di 17 istituti comprensivi della scuola primaria a tempo pieno di Milano e provincia.
«L’iniziativa riguarda le scuole che vogliono rinnovare la didattica sul piano orario e qualitativo e anche della differenziazione didattica» afferma il direttore del Cedisma Luigi D’Alonzo, che coordinerà l’attività di osservazione e monitoraggio per questo primo anno di sperimentazione. «Il primo obiettivo del progetto è quello di riorganizzare l’orario scolastico più utilizzato, quello a “zig zag”: sostanzialmente il modello applicato alla scuola che tutti noi abbiamo frequentato, che prevede nella stessa giornata un cambio continuo di materia di ora in ora, più pensato per far quadrare gli orari degli insegnanti nelle classi che non per promuovere precise indicazioni pedagogiche. Oggi, alla luce della complessità delle classi, è nata un’esigenza nuova».
Quale sarà l’impegno del Cedisma quest’anno? «Noi lavoreremo analizzando le risposte a un questionario per gli insegnanti che servirà a monitorare il funzionamento del nuovo modello didattico e realizzeremo alcuni focus group con loro per evidenziare pregi e criticità incontrati nel percorso».
Quali difficoltà mira a risolvere il progetto? «Abbiamo un numero sempre maggiore di ragazzi complessi, si riscontra un boom di certificazioni di Disturbi dell’apprendimento (DSA) e disabilità a vario titolo e un boom anche di ragazzi senza certificazioni ma molto problematici. L’ipotesi che il progetto vuole percorrere è quella di cambiare l’orario scolastico, cercando di offrire ai bambini periodi di apprendimento dello stesso ambito disciplinare molto più ampi in modo che possano con tranquillità e flessibilità raggiungere gli obiettivi. Insomma scardinare il modello “zig zag” per proporne uno nuovo».
Come si presenta il nuovo orario nelle classi che hanno accolto la sperimentazione? «L’orario viene suddiviso in due grandi blocchi: quello umanistico che comprende italiano, storia e geografia, e quello scientifico con matematica e scienze. Una settimana al mattino verrà proposto ai bambini il primo blocco e la settimana successiva il secondo. I pomeriggi saranno dedicati alle altre discipline come religione, musica, educazione fisica, consentendo così di svolgere attività più leggere nella seconda parte della giornata. I tempi più distesi saranno un’importante agevolazione per l’apprendimento».
A livello pedagogico qual è l’innovazione? «Si lavorerà principalmente sulla differenziazione didattica, non vedendo più la classe “con una testa sola”. Fino ad oggi, infatti, si insegnava per tutti indistintamente, basandosi sulle capacità medie di apprendimento degli alunni. Oggi questo non è più pensabile, è necessario invece dosare il lavoro in base al tipo di ragazzo e progettando attività diverse contemporaneamente in classe. Per ottimizzare il lavoro è richiesto un lavoro d’équipe del consiglio di classe ».
Che ruolo avrà l’insegnante di sostegno con questa nuova modalità di insegnamento? «L’insegnante di sostegno, quando c’è, finalmente assolverà a quanto prevede la legge, e cioè assumerà la contitolarità della classe aiutando nella progettazione e nello svolgimento delle attività l’insegnante curriculare. Sarà un insegnante a pieno titolo in una classe dove ci sono anche ragazzi con disabilità».