L’attività di sostegno e cura ad anziani fragili, in particolare se affetti da demenza, se non adeguatamente supportata può provocare un peggioramento significativo della qualità della vita e della salute mentale e fisica sia del personale sanitario (caregiver formale) sia del familiare (caregiver informale) coinvolti nell’assistenza. La demenza è uno dei problemi più rilevanti e rappresenta una sfida tra le più impegnative di salute pubblica, infatti il numero di anziani affetti da tale patologia, in costante crescita, è salito a 5,4 milioni in Europa e oltre 500.000 in Italia (Alzheimer Europe). Sulla base di tale consapevolezza è maturato il Progetto europeo Ring, (TransferRing Supports for Caregivers) di cui la Divisione Servizi Sociali e Rapporti con le Aziende sanitarie della Città di Torino si è fatta promotrice e che ha coinvolto una vasta partnership nazionale (le Asl Torino 1 e Torino 2, il Dipartimento Scienze dell’educazione e della formazione dell’Università statale torinese, il Centro Maderna di Stresa, la Fondazione Sospiro di Cremona, l’Università Cattolica di Roma) ed europea (l’Università di Transilvania in Romania, la Municipalità di Istanbul in Turchia e la Fondazione Ingema di San Sebastian in Spagna).
La finalità del Progetto, sostenuto dalla U.E., è quella di supportare i caregivers nella loro relazione d’aiuto attraverso un percorso formativo che utilizza un Kit adeguatamente adattato dal punto di vista linguistico e culturale, con diverse valenze: formativa, informativa, di sostegno emotivo.
Il Kit Ring
L’aspetto innovativo del Progetto Ring consiste nell’utilizzo di tre strumenti formativi riuniti nel Kit Ring, che, in fase di sperimentazione tra maggio e ottobre di questo anno, è stato utilizzato per realizzare percorsi formativi sulla relazione d’aiuto rivolti a caregivers, formali e informali, che si occupano dell’assistenza ad anziani con demenza o a chi presta cure a persone disabili, malati mentali o persone con malattie croniche.
Il tre strumenti formativi del Kit rispondono a tre bisogni diversi:
- Una “Guida per chi si prende cura”, che ha lo scopo di offrire informazioni sul decorso delle demenze (in particolare l’Alzheimer), fornire semplici e concrete indicazioni sull’approccio al malato e sulla gestione di problemi della quotidianità, dare indicazioni per la cura e l’accompagnamento nelle ultime fasi della vita.
- Un “Programma psico-educazionale (GAM)”, per il sostegno emotivo con l’ obiettivo di far acquisire al caregiver consapevolezza rispetto alla propria ansia e tensione, per una migliore gestione delle stesse, per aiutarlo a sviluppare un’osservazione “razionale” dei comportamenti problematici messi in atto dalle persone accudite, per fronteggiarli in modo appropriato.
- Un dvd, “Caregiving: lampi di verità dal cinema”, contenente frammenti di film che affrontano tematiche quali la cura, l’istituzionalizzazione, la relazione d’aiuto con anziani ammalati e disabili, utilizzato come supporto didattico per una riflessione sui temi trattati dal progetto.
A fine anno saranno disponibili gli esiti della sperimentazione in vista di una fruizione e di un’applicazione più vasta su tutto il territorio nazionale, ma anche di una validazione a livello europeo.
“L’elevato numero e la complessità della cura delle persone anziane affette da demenza – spiega la Dr.ssa Cristiana Bianchi, coordinatore Tecnico del Progetto Ring e responsabile dell’ Ufficio Salute del Comune di Torino - ci ha posto al centro di una sfida europea. I progetti europei spesso si sviluppano intorno a un bisogno, potremmo dire intorno a un’assenza. I punti salienti di Ring sono due: mettere ‘in scena’ tutti gli attori coinvolti sul tema in un unico partenariato nazionale ed europeo; promuovere sempre più la formazione dei caregivers, con moduli didattici innovativi. Sappiamo infatti che una buona relazione tra assistente e assistito è garanzia di cure migliori. A un anno dal suo avvio, il progetto ci ha già regalato grandi soddisfazioni. La speranza è di concluderlo coprendo quell’assenza”.
Corsi per assistenti familiari del Gemelli: un bilancio decennale
“Il Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche del Policlinico ‘Agostino Gemelli’ - afferma la Dr.ssa Flavia Caretta, coordinatore scientifico del Convegno e responsabile del Cepsag della Cattolica di Roma - si può definire un antesignano nell’ attuazione di corsi di formazione diretti ai caregivers formali e informali di pazienti affetti da disabilità grave fisica e/o psichica che hanno avuto inizio nel 1999. L’obiettivo è quello di insegnare ‘l’arte’ di assistere in modo professionale nel loro domicilio le persone anziane non autosufficienti. L’attuale curriculum formativo è stato validato attraverso il continuo aggiornamento del modello teorico e pratico, attraverso lezioni svolte da docenti universitari e di un tirocinio presso i reparti di degenza del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del Gemelli, accanto ad anziani ricoverati, nell’intero ciclo quotidiano dell’assistenza, avendo come tutor geriatri, fisiatri, infermieri con comprovata professionalità. Tali corsi a oggi hanno formato circa 1.800 persone, che hanno poi assistito anziani al proprio domicilio. Da tale esperienza, unica in ambito nazionale, - conclude Caretta – è nata l’esigenza di contribuire allo sviluppo di una vera e propria strategia di assistenza per le persone affette da una delle patologie maggiormente invalidanti dell’età anziana, la malattia di Alzheimer”.