All’udienza generale, il pensiero del Papa è andato “al caro popolo” dell’Albania, scosso da una forte scossa di terremoto che ha provocato la morte di almeno 26 persone e oltre 600 feriti. I dispersi sono almeno 20. La zona più colpita è quella di Durazzo.
Francesco, salutando i pellegrini di lingua italiana, ha espresso la propria vicinanza: «Vorrei inviare un saluto e la mia vicinanza al caro popolo albanese, che ha sofferto tanto in questi giorni. L’Albania è stato il primo Paese d’Europa che ho voluto visitare. Sono vicino alle vittime, prego per i morti, per i feriti, per le famiglie. Che il Signore benedica questo popolo a cui voglio tanto bene».
«Il terremoto in Albania ha causato molti danni, anche se per il momento non disponiamo di dati ufficiali. Le scosse sono state molto forti, e hanno interessato soprattutto Durazzo, Lezha, il litorale adriatico e sono state avvertite a Tirana. Sono finora accertate alcune vittime, ma ce ne potrebbero essere altre sotto le macerie». Monsignor Gjergj Meta, vescovo di Reshen e segretario della Conferenza episcopale albanese, racconta al Sir la situazione nel suo Paese, colpito nella notte da un forte sisma. «Dopo il terremoto del 1979, questa è la scossa più forte che sia stata avvertita in Albania. Quarant’anni fa il terremoto aveva colpito in particolare Scutari e aveva causato molte vittime».
Prosegue: «La popolazione è stata presa dal terrore; alcune persone – essendo notte – non hanno avuto tempo di scappare in strada…». Il vescovo spiega che «le strutture governative si sono immediatamente attivate per portare aiuto a chi è rimasto sotto le macerie e per portare in salvo i sopravvissuti. Come Chiesa locale e con la rete della Caritas ci stiamo attivando per andare in aiuto della popolazione, ciò è possibile anche attraverso i nostri partner internazionali fra cui Caritas Europa e altri organismi ecclesiali.
[fonte: Sir]