Allargare lo sguardo verso Oriente ormai non è più un vezzo o il frutto di una passione per una civiltà e una cultura millenaria. E’ una necessità, soprattutto per coloro che con la Cina lavorano e fanno affari, un business da 31 miliardi di dollari in continua crescita. Per questo motivo lo studio della lingua e della cultura cinese rappresenta un investimento sicuro per studenti e professionisti.
L’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, inaugurato il 2 ottobre scorso, ha attivato 16 corsi per apprendere e/o migliorare la conoscenza della lingua cinese. La chiave per capire quale sia il più adatto sono essenzialmente due : il livello di partenza e la scelta fra lingua scritta e orale. L’offerta formativa propone comunque anche corsi decisamente più pragmatici come “Cinese per viaggiare”, “Business Chinese”. Inoltre, essendo i corsi aperti anche a soggetti esterni al nostro ateneo, vi è la possibilità , per le aziende, di far partire un corso ad hoc per le proprie particolari esigenze. Le iscrizioni ai corsi del secondo semestre, che partiranno il 2 maggio, sono già aperte.
Ma il Confucio si caratterizza anche per un’intensa serie di iniziative di varia natura come seminari, lettorati, attività di supporto alla ricerca e collaborazioni con soggetti esterni e interni all’università. Tra le partnership ‘esterne’ spicca quella con l’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia per attivare collaborazioni con il Governo di Pechino per l'insegnamento nelle scuole della lingua cinese e “certificare” le competenze acquisite dai docenti delle scuole secondarie di secondo grado. Tra quelle ‘interne’ invece è attiva, attraverso numerose iniziative, la collaborazione con l’Almed.
Il tutto senza trascurare anche altre interessanti iniziative come dimostra la partecipazione di due nostre studentesse, Federica Melis e Giulia Resta, al Chinese Bridge, un concorso riservato a studenti universitari che mette in palio borse di studio, viaggi in Cina e per il vincitore la possibilità di studiare tre anni in Cina. Gli studenti dovranno affrontare tre prove, tutte ovviamente in cinese: una presentazione, un dialogo e una performance inerente la cultura e i costumi orientali. Il primo ‘round’ si svolgerà a Torino il 29 aprile.
Per chi fosse interessato a recarsi in Cinaper motivi di studio non è comunque obbligatorio affrontare la competizione. Il Confucio infatti, in collaborazione con il Governo di Pechino, organizza viaggi formativi attraverso il progetto Experiencing Chinese Culture che consente ai ragazzi di vivere e studiare, durante l’estate, per un mese a Pechino, Shaoxing e Shangai.
Una volta approfondita e ampliata la conoscenza della lingua c’è poi la possibilità di certificare formalmente quanto appreso. Lo si può fare attraverso il test HSK, l’unico attestato di competenza linguistica cinese riconosciuto a livello internazionale. L’esame, sostenibile distintamente sia in forma scritta che orale, può essere effettuato nel nostro Istituto Confucio (sedi di Milano e Brescia) in quattro sessioni: maggio, giugno, ottobre e dicembre. All’ultimo HSK hanno partecipato circa sessanta persone e le iscrizioni per le prossime date hanno già toccato quota cento.