Si è tenuta a Fosdinovo dal 10 al 12 settembre 2010 la seconda edizione dell’Ebookfest, incontro che si riconferma un appuntamento importante per gli addetti ai lavori, e un’occasione preziosa per fare il punto sullo stato di salute dell’editoria elettronica nel nostro paese. Nella splendida cornice del Castello Malaspina si sono avvicendati nel corso dei tre giorni oltre cinquanta relatori, tra seminari, comunicazioni di progetti, e incontri spontanei (in linea con lo spirito del Barcamp) coordinati dall’organizzazione efficace quanto fantasiosa dell’editore Mario Guaraldi e dell’editrice Bnn col supporto di Tecknos. A fare da contrappunto cinque grandi tavole rotonde per raccogliere e ridiscutere le idee emerse nel corso dei workshop.
Due le linee tematiche su cui si sono svolti i lavori: prospettive dell’editoria elettronica, e didattica e pedagogia del multimediale. Riguardo la didattica le principali direttrici di ricerca restano chiare: multimedialità, interattività, e narrazione. La scuola che accoglie le nuove dimensioni che le tecnologie mettono a disposizione, si presenta come uno spazio di apprendimento nuovo dove la lezione frontale rappresenta solo una piccola parte dell’offerta formativa per il bambino sempre più coinvolto in un dialogo multimediale col docente e coi compagni. L’apprendimento inoltre non si esaurisce più nello spazio dell’aula ma cerca di avvicinare il più possibile l’esperienza alla nozione seguendo il modello della traccia narrativa, specchio esemplare, enciclopedico, spesso elaborazione biografica magari da riversare in un e-book autoprodotto.
Riguardo alla questione dell’editoria elettronica abbiamo potuto constatare come questa realtà rappresenti ancora una porzione estremamente marginale del mercato editoriale, tanto per gli editori, quanto per i distributori. Si parla di una fetta di mercato inferiore all’1%, governata da dinamiche ancora molto incerte e in rapida evoluzione, ma dalle potenzialità di crescita notevoli. Mentre i grandi gruppi approntano strategie di ampio respiro economico e pubblicitario, attendendo la fine dell’anno per entrare a gamba tesa nel mercato, sono i piccoli indipendenti a fare da battistrada secondo tre modelli di business: editori cartacei in via di digitalizzazione, editori cartacei che affiancano alla produzione tradizionale quella digitale, editori nativi digitali produttori di materiale esclusivamente elettronico.
A fronte di ciò vanno quindi considerati due direzioni dello sviluppo dei contenuti editoriali. Da una parte quella della linearità narrativa e strutturale che, ricalcando la forma del libro-codex, tenta un aggiornamento dei suoi aspetti storici nell’ergonomia, nella portabilità, e negli optional di fruizione (segnalibri, note autografe, informazioni meta testuali, social networking ecc…), cercando quindi di costruire un supporto che venga incontro alle esigenze del lettore che già conosciamo. Dall’altra la sperimentazione di nuove forme narrative nella commistione con altri linguaggi e nell’adattabilità del testo al lettore, che cerca di creare un contenuto dinamico che venga incontro alle esigenze del singolo fruitore e alle sue proprie capacità. Un mercato le cui regole (tanto giuridiche quanto economiche) non sono ancora state scritte, ma che proprio per la sua verginità si presta a riequilibrare parte dei problemi che il cartaceo aveva lasciato insoluti. Dai piccoli editori prende quindi il via il tentativo di ristrutturazione del mercato editoriale per cercare di ridistribuire le leve del sistema, rinegoziando – faticosamente - i rapporti tra autore, editore, distributore, libraio e lettore.
Un intento lodevole ma che soffre in definitiva della mancanza dei mezzi economici necessari ad intaccare una situazione che in massima parte rimane tutta da definire. Resta l’incognita dei grandi gruppi ai quali, muovendosi spesso contemporaneamente a più livelli nella filiera produttiva, spetterà nei prossimi mesi l’ultima parola. L’avvento dell’e-book è comunque ormai un dato di fatto. Come tutti gli avventi porta con se profeti della catastrofe e profeti della redenzione, noi non apparteniamo né agli uni ne agli altri. Che l’editore continui a stampare libri o che l’e-ditore cominci a produrre e-book a noi sta bene, basti che ci lascino leggere in pace. Il discorso verrà ripreso nel corso della giornata organizzata dal master e dedicata a “Engaging the reader” che si terrà in Università Cattolica l’8 novembre prossimo.