Un dibattito sulla famiglia per chiudere la quinta Summer School rivolta a una trentina di dirigenti del Movimento cristiano lavoratori (Mcl). Un modo per ribadire la dimensione pubblica, la rilevanza sociale ed economica di questo istituto fondamentale. Lorenzo Ornaghi ha affermato che la famiglia non solo subisce il mutamento ma è in grado di generarlo, è capace di produrre un ordine nella società. Le politiche possono incidere tantissimo, soprattutto in un periodo di difficoltà come questo, ma da solo non basta. Occorre, in particolare, un lavoro culturale ed educativo per mettere in evidenza quanto sia stretto il legame tra il bene della famiglia e quello di tutto il vivere sociale, per superare l’asfissia dell’ovvio.
Per Carlo Costalli è fondamentale il legame tra famiglia e lavoro. In particolare il lavoro femmine è il punto di partenza per realizzare delle politiche familiari e di conciliazione che non siano la somma algebrica tra i suoi membri, ma che siano capaci di valutarla nella sua globalità. Allo stesso tempo occorre riconoscere la famiglia come soggetto economico con una sua specifica identità, non solamente come un centro di spesa. Tutto questo porta a una riconsiderazione, anche culturale, del nostro sistema di welfare affinché non mortifichi, ma sostenga la famiglia. È dunque urgente superare questo pessimismo che ci attraversa e di avanzare alla politica proposte qualificanti in favore della famiglia e dell’armonizzazione della società, proposte da sostenerle in ogni sede. Proprio questo è il fronte sul quale il mondo cattolico deve continuare a lavorare.
Monsignor Arrigo Miglio ha affermato che occorre chiarire a quale modello di famiglia ci si riferisce, occorre fare chiarezza sui termini, e guardare con simpatia e con speranza alle famiglie. Dobbiamo capire il tipo di sfida con cui si va incontro con questa settimana sociale, una sfida molteplice per le ricadute sulla società che hanno le politiche familiari, proprio dal trattamento che riserviamo alla famiglia viene fuori un modello diverso di società civile: una sfida di liberà e di democrazia, poiché una volontà di rinchiudere nel privato la famiglia, come avviene con la fede; una sfida economica e sociale. Allo stesso tempo c’è la sfida dei diritti, più spazio viene dato alla famiglia più ampio è lo spazio di libertà e la sfida informativa: quale famiglia viene raccontata nei media? A queste si aggiunge la sfida della gioia, la gioia che nasce dalla differenza tra uomo donna, dall’incontro di questa differenza.
La professoressa Giovanna Rossi ha messo in evidenza l’emergenza tra la conciliazione dei tempi familiari e lavorativi. Molti affermano che si è rotto in modo irreparabile il nodo tra lavoro e famiglia, mentre il sistema di welfare è basato sul lavoro non sulla famiglia poiché si sono messe in secondo piano le scelte della famiglia rispetto le decisioni lavorative. Esistono, tuttavia, nuove e positive esperienze nel nostro paese, come un welfare aziendale family friendly, la riterritorializzione dell’economia, e la valutazione di diversi dispositivi di conciliazione.
Francesco Belletti ha affermato che ci vuole il coraggio di farsi sentire, di non cedere alla mentalità dominante e minoritaria. Il legame tra famiglia e bene comune genera la coesione sociale che ha retto nonostante la difficoltà del tempo che viviamo. La famiglia è una buona notizia per il bene della persona e della società, questo sarà il messaggio che emergerà dalla prossima Settimana Sociale dei Cattolici.
La tavola rotonda ha cercato di rispondere alla domanda che stava alla base della Summer School: la società è a misura di famiglia? Già i lavori dei giorni precedenti avevano messo in evidenza tutti le difficoltà che oggi la famiglia incontra, siano esse di carattere economico e lavorativo o siano inerenti alla natura stessa della famiglia. Allo stesso tempo è stato posto l’accento sulla questione demografica e sul basso tasso di natalità nel nostro paese, sui mutamenti della famiglia intercorsi negli ultimi decenni e su come i mass media siano capaci di influenzare il vivere famigliare.
Ma, nonostante tutte le criticità che caratterizzano il nostro tempo, la famiglia rimane il luogo primario in cui la persona conosce se stessa, è il luogo della libertà, è il luogo originario di ogni relazione, è la prima forma del vivere sociale che plasma tutta la società. Da questo bene, profondamente radicato, discende il bene per tutto il vivere sociale, come dimostra la capacità della famiglia di far fronte alla crisi economica che stiamo vivendo. Per promuovere la famiglia occorre un cambiamento di prospettiva che la metta al centro delle scelte politiche e sociali, capace di creare degli strumenti che vengano incontro alle esigenze di cura all’interno della famiglia, che realizzino un sistema fiscale più equo e che sia calibrato sulla famiglia, che affrontino il tema cruciale della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Un simile cambiamento è possibile sono partendo dalla famiglia naturale e dal riconoscimento della capacità della famiglia di generare il bene comune, un bene che appartiene a tutti e a ciascuno.