Il nuovo corso Food Processing: innovation and tradition sarà presentato ufficialmente mercoledì 8 aprile nell’ambito delle dirette streaming per scoprire i contenuti dei percorsi attivi nei campus di Piacenza e di Cremona. Una giornata che precede l’Open week dell’Università Cattolica della settimana successiva alla Pasqua
Generare nuovi prodotti alimentari, nel solco della tradizione del made in Italy e con uno sguardo attento alle nuove esigenze del consumatore italiano e internazionale. Si pone questo obiettivo la laurea magistrale in Food Processing: Innovation and Tradition, il nuovo percorso in lingua inglese che a partire dal prossimo anno accademico arricchirà l’offerta formativa del campus di Cremona dell’Università Cattolica.
«La facoltà di Scienze agrarie, alimentare e ambientali ha deciso di sviluppare in lingua inglese tutta la formazione magistrale che verrà attivata nel campus di Cremona» spiega il preside di facoltà Marco Trevisan. «A regime avremo una laurea di taglio economico, una magistrale focalizzata sulle scienze agrarie e quella in Food Processing, per approfondire le scienze e le tecnologie alimentari. Questo perché la nuova prestigiosa sede del campus, nell’ex Monastero di Santa Monica, assicurerà spazi adeguati per un’utenza sempre più internazionale. E anche perché la trasformazione agroalimentare riveste un ruolo strategico per la provincia di Cremona e per l’intera food valley».
«Il corso racchiude già nel nome le intenzioni che stanno dietro questa nuova laurea: partire dalla fortissima tradizione tecnologica che contraddistingue la produzione alimentare italiana, interpretandone l’evoluzione alla luce dei cambiamenti climatici, dei cambiamenti dei gusti dei consumatori, dei nuovi stili di vita, che spingono il mercato della trasformazione agroalimentare a un ripensamento e a un riposizionamento degli alimenti prodotti» aggiunge il professor Lorenzo Morelli, coordinatore del corso, che specifica come l’ambizione di questa laurea magistrale sia «di preparare una classe dirigente capace di muoversi su uno scenario globale, sia per quanto riguarda la trasformazione degli alimenti, sia per la loro commercializzazione e il loro posizionamento sui mercati esteri».
Gli ultimi dati confermano l’agroalimentare come uno dei tre driver primari dell’esportazione italiana. Oggi i conti si fanno con un sistema agroalimentare che parte dall’Italia, culla del food di qualità, ma che per il suo sviluppo guarda necessariamente oltre i confini nazionali ed europei: «Questa laurea nasce dalle richieste delle industrie alimentari italiane di avvalersi di laureati magistrali capaci da un lato di sovrintendere alle innovazioni tecnologiche necessarie per l’evoluzione dei prodotti e dall’altro preparati ad avere uno sguardo globale sul mondo» prosegue il professor Morelli. Da qui la necessità di un corso in lingua inglese utile peraltro «a rispondere alle esigenze degli studenti stranieri. La laurea si inserisce inoltre in un percorso di Double degree con l’Università Isara di Lione».
La spinta all’internazionalizzazione è da sempre una cifra distintiva della facoltà di Scienze agrarie sia per quel che concerne l’attività di ricerca che per l’offerta formativa erogata, che oltre al corso di laurea in Agricultural and Food Economics a Cremona, vede attivo su Piacenza un altro unicum del panorama formativo nazionale, la laurea triennale in Food Production Management, anch’essa completamente in lingua inglese.