Una rubrica quotidiana per raccontare le nostre vite al tempo del Covid-19. Si chiama Diario dell’emergenza e a realizzarla è Giuseppe Lupo, docente di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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«Pensata per i lettori del quotidiano Sole 24 Ore plus, la rubrica vuole essere un modo per affrontare le giornate che stiamo vivendo», spiega il professor Lupo, autore tra l’altro di saggi e romanzi di successo. Con il suo ultimo libro “Breve storia del mio silenzio”, è infatti tra i dodici scrittori in lizza per il Premio Strega, il riconoscimento letterario che decreterà il vincitore della sua 74esima edizione il 2 luglio.
Diario dell’emergenza ha anche una sua versione podcast su PodCatt.it, dove Giuseppe Lupo illustra alcuni temi affrontati quotidianamente sul giornale economico.
Fra quelli presi in esame c’è per esempio la prossimità: «Questo periodo ha modificato questo concetto – spiega Lupo – dal momento che stiamo vivendo una dimensione asettica dove manca la percezione dell’altro. Ognuno di noi è chiuso in casa ma sente la nostalgia di quando viaggiavamo nei tram o nei treni o di quando eravamo in contatto con gli altri».
C’è poi il tema dello smart working o quello della chiusura dei barbieri e dei parrucchieri. Dice Lupo: «L’idea che non possiamo tagliarci i capelli provoca la sensazione “bianciardiana” di una Milano dove si aggirano individui capelloni, come lo erano i cantanti rock negli anni Sessanta. Dietro questa idea dei capelli lunghi c’è però la contestazione della società capitalistica, quella appunto che Luciano Bianciardi faceva in quegli anni, e che induce a chiedersi se non sia il caso, citando Luigino Bruni, di ripensare a un capitalismo solidaristico, cioè a qualche altra forma di capitalismo che non sia quello a cui stiamo assistendo, messo in crisi da questi giorni di epidemia».