Operare in radio è un lavoro di successo che dà visibilità ma richiede anche competenze, passione e prontezza. Lo hanno spiegato agli studenti del master “Fare radio, produzione e management dei prodotti radiofonici” Marco Maccarini, conduttore radiofonico e televisivo di Radio Italia, Marco Pontini, vice presidente di Radio Italia e direttore didattico del master, Martino Clericetti, autore televisivo e radiofonico (festival di Sanremo Radio Italia Live e Rosario della sera, Radio Deejay).
Marco Pontini, ha ricordato il successo del concerto organizzato a Malta da Radio Italia venerdì 4 ottobre, che ha messo insieme artisti di fama nazionale con un pubblico di 30 mila persone (di cui 8 mila italiani), con una notevole ricaduta economica sul territorio.
Marco Maccarini, presentatore del concerto, consapevole di un raffinato, paziente e impegnativo lavoro, ha parlato della risonanza sui social anche nei giorni successivi. «È ovvio che la conduzione dal palco è diversa da quella radiofonica o televisiva ma questa esperienza è stata utile nel gestire il concerto in due lingue, italiano e inglese, e nel tradurre in diretta televisiva gli interventi degli artisti».
Martino Clericetti, laureato in filosofia in Cattolica, ha confermato che l’esperienza in radio è fondamentale nel campo nella comunicazione, anche per chi poi fa conduzione in tv. L’importanza del mezzo radiofonico nella comunicazione è più importante di quello che può sembrare. Su questo punto si sono detti tutti concordi, riconoscendo anche le diverse figure professionali della radio, altrettanto sinergiche e rilevanti. Prova ne è che il fatturato del mercato radiofonico è in leggera crescita, a fronte del calo delle tv e della carta stampata.
La radio funzione ancora. Oggi rappresenta un sistema multimediale che trasmette non solo in Fm ma anche tramite digitale, applicazioni, tv. Di rilievo anche l’organizzazione di eventi che pongono gli operatori radiofonici a diretto contatto col pubblico, grazie all’ausilio dei social. Si parla di “radio di flusso” in antitesi alla tradizionale “radio a programmi” per indicare una radio sempre attiva che comunica direttamente ai suoi ascoltatori senza l’intermediazione e l’interfaccia dei programmi.
Questo perché oggi è più difficile inventare format. Di qui la sfida lanciata agli studenti del master di inventare nuovi contenuti, perché le possibilità lavorative non mancano in radio. Ma, hanno precisato, bisogna essere «persone curiose, appassionate, gran lavoratori, per raggiungere grandi risultati. La creazione di affezione si trasforma in ascolto e gradimento».
Per lavorare in radio, insomma, non basta il “fattore simpatia”, ma formazione, studio e duro lavoro. «Più sei, più fai, meglio è»: questo il consiglio lanciato agli studenti da chi ha raggiunto ottimi traguardi nel settore radiofonico.