Il diritto sanitario da branca specializzata del diritto amministrativo sperimenta un approccio più diretto con il diritto costituzionale. L’occasione per fare il punto sulla portata attuale del diritto sanitario è stata offerta dalla celebrazione dei due anni della rivista Corti supreme e salute, con un convegno, svoltosi il 29 gennaio in aula Bontadini e promosso dalla facoltà di Giurisprudenza e dal dipartimento di Scienze giuridiche, in collaborazione con la Società Italiana di Diritto sanitario (SoDis).
All’incontro, declinato sui temi del diritto alla salute in relazione al gioco d’azzardo, al fine vita e alla responsabilità sanitaria, sono intervenuti accademici, magistrati ed esponenti di primo piano del settore. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha fatto pervenire una sua dichiarazione: «Non basta una sentenza della Corte costituzionale che rende legittimo l’aiuto al suicidio in certe condizioni per parlare di un diritto alla morte. Penso al contrario che ci sia un diritto alla vita innanzitutto».
Ad aprire i lavori è stato il rettore Franco Anelli il quale, riprendendo temi dei suoi studi giuridici, ha apprezzato nella rivista Corti supreme e salute «il rapporto emblematico tra regola statica, regola applicata, fenomeni materiali e dinamiche sociali in relazione alla potenzialità del testo narrativo e della gestione amministrativa del fenomeno con ricadute concrete».
Da storico del diritto, il preside della facoltà di Giurisprudenza, Stefano Solimano, ha ripercorso il cammino della Società italiana di Diritto sanitario, legato ai convegni che si sono svolti a partire dal 2002 nelle città di Genova, Alessandria e Roma, tappe di un cammino in cui il diritto sanitario, prima “ancillare” rispetto al diritto amministrativo, ora è valorizzato con una collocazione legata al diritto costituzionale, e in tal senso risulta opportuno ripensare anche il sistema sanitario nazionale.
Circa la collocazione del diritto sanitario con particolare riferimento all’art. 32 della Costituzione che sancisce la garanzia costituzionale della salute, si è espresso anche Antonio Albanese, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche, che ha elogiato la rivista in cui le sentenze sono in dialogo con dottrina e legislazione e ha concluso augurando che «la forza del diritto prevalga sul diritto del più forte».
Il presidente Sodis, Gian Paolo Zanetta, ha dato merito di questa “evoluzione” del diritto sanitario al professor Renato Balduzzi, docente di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza, nella sua veste di direttore nonché promotore e animatore della rivista Corti supreme e salute.
Lo stesso Balduzzi, nel suo intervento, ha ribadito la componente pluridisciplinare della rivista che si avvale di un lavoro meritorio che coinvolge anche gli studenti e non solo i professori universitari. Un modo per continuare «a contribuire, in ambito giuspubblicistico, alla discussione e all’elaborazione scientifica sul tema della garanzia del diritto alla salute, quale situazione giuridica multiforme e centrale nell’esistenza della persona all’interno delle società contemporanee e degli ordinamenti democratici, crocevia di questioni di interesse sia generale sia specialistico per le scienze giuridiche».