Come si diventa lettori? La domanda presuppone una premessa importante, e cioè che la passione verso la lettura è una conquista culturale e non un dato naturale.
L’ha dimostrato la neuroscienziata cognitivista americana Maryanne Wolf con i suoi studi pubblicati nei volumi Proust e il calamaro (Vita e Pensiero, 2012) e Tales of literacy for the 21st century, non ancora edito in Italia. Questi sono punti di riferimento imprescindibili per Aidan Chambers, ospite speciale che ha tenuto una lezione aperta su “Diventare o essere lettori?” in un incontro organizzato nei giorni scorsi dal Dipartimento di Pedagogia della Facoltà di Scienze della Formazione in collaborazione con la casa editrice Equilibri, dove insieme all’autore sono intervenute Simonetta Polenghi, direttrice del Dipartimento, e Sabrina Fava, docente di letteratura per l’infanzia dell’Ateneo.
Lettori non si nasce, ma si può diventare. Così la pensa Aidan Chambers, scrittore e saggista inglese, tra i più autorevoli protagonisti internazionali della riflessione sull'educazione alla lettura. Se in Italia è noto principalmente come autore di romanzi per ragazzi editi dalle maggiori case editrici italiane, per la platea degli studenti di Scienze della Formazione e dell'Educazione che ha presenziato all'incontro, Chambers è prima di tutto autore di riferimento negli studi di Letteratura per l’infanzia, grazie al saggio Siamo quello che leggiamo (Equilibri, 2011) e Il lettore infinito (2015).
Gli studi neuroscientifici dimostrano proprio che l’atto del leggere non è affatto naturale, ma è piuttosto una conquista conseguita dall’umanità nel corso della sua storia, grazie alla capacità plastica del cervello umano di creare sempre nuovi collegamenti fra i neuroni delle diverse aree cerebrali e sviluppare quindi nuove competenze non ereditarie, cioè che non fanno già parte del nostro patrimonio genetico. Se l’umanità ha impiegato migliaia di anni per mettere a punto un sistema complesso di scrittura come quello alfabetico, oggi si richiede a un bambino di sviluppare l'innata capacità di decodificarlo nell’arco di tre anni scolastici.
Lo sforzo da intraprendere è quindi notevole, perché leggere è fra le attività più complesse che il cervello possa svolgere, ma di questa capacità non si può fare a meno per vivere nella società odierna. Riuscire ad andare poi oltre la sola decodifica del testo e sviluppare la passione per la lettura, è obiettivo ancora più arduo, che permette però un accesso continuo alla letteratura e quindi offre la possibilità di dare senso alla propria esperienza e di allargare i propri orizzonti culturali.
Nella faticosa conquista della lettura che il bambino si trova ad intraprendere, la figura dell’adulto è necessaria per innescare il processo di sviluppo della persona verso l’essere un lettore competente e appassionato. Qui il cuore della lezione di Aidan Chambers, che chiama i futuri insegnanti ad avere un ruolo attivo nell’educazione alla lettura. Ma come esercitare questa responsabilità educativa?
Si comincia sin dalla prima infanzia esponendo il bambino alla lettura: la lettura ad alta voce dell’adulto assume in questa fase la forma di relazione, che permetterà in seguito al bambino di associare l’atto del leggere a una sensazione di piacere e conforto.
Quanto alla formazione dei lettori nel loro percorso scolastico, Chambers fa dono di alcune indicazioni pratiche raccolte nella sua lunga esperienza di insegnante, ed elaborate nella teoria del Reading Circle.
Il Reading Circle individua le tre fasi dell’atto del leggere - selezione, lettura e risposta del lettore - in cui l’educatore ha un ruolo attivo: in ognuna di esse deve infatti sapere intervenire opportunamente, rispettando l’esclusività e i tempi di ogni bambino.
L’insegnante ha la responsabilità di rendere i libri disponibili e accessibili per essere selezionati dai lettori che sta formando, si preoccupa che alla lettura siano dedicati tempi e spazi specifici ed infine favorisce la conversazione sull'esperienza di lettura avuta (“tell me”), indagando insieme al bambino le reazioni al libro e stimolando la riflessione dove da solo il bambino non potrebbe arrivare.
Come innescare un cambiamento sociale e far sì che la lettura sia una pratica sempre più diffusa? Affiancando a bambini e ragazzi educatori appassionati di letteratura e circondandoli di lettori appassionati che possano costituire modelli da imitare diffondendo quello che Aidan Chambers chiama "il meme della lettura", cioè l’idea che leggere sia un'attività positiva e prioritaria.