Svelare il volto del potere. Comprendere i meccanismi e i rapporti di forza che regolano il gioco tra le parti. Sapersi orientare navigando tra lobbisti, diplomatici, capi di governo, finanzieri, scienziati, cittadini. Ma, soprattutto, saper fare le domande giuste per cavarne una notizia. Anche una sola, basta che ne valga la pena.
Lucia Annunziata, giornalista di lungo corso, già direttore dell’agenzia di stampa APBiscom e ex presidente della Rai, attualmente conduttrice televisiva del programma In 1/2 h, ha svelato questo e molto altro in un incontro in Cattolica. Organizzato dal master in Media Relation e Comunicazione d’Impresa dell’Università, in seno ad Almed-Alta Scuola in media e spettacolo, l’incontro verteva sul tema “Politica e tv: svelare il volto dei potenti”. A dialogare con la Annunziata, Gianni Di Giovanni, responsabile della comunicazione esterna Eni nonché docente del master.
La Annunziata mette subito in chiaro una cosa: il potere è la più forte dinamica di affermazione umana. «Ho scelto di scrivere anche un libro su questo tema (Il potere in Italia, Marsilio, 2011, ndr) perché i meccanismi di potere sono fondanti: se non conosci i sistemi del potere non puoi orientarti nel mondo». Il potere, però, non è un’astrazione. È concreto, ha nomi e cognomi, si articola in sistemi complessi. Il potere è una summa di poteri. «Il più importante è quello politico perché permette di controllare i cittadini. Il secondo, più oscuro e frammentato, è quello economico». Ma anche il giornalismo è un potere: è il potere di mettere alla gogna il potere. O, al contrario, di farne parte. «I giornalisti, a tutti i livelli, dialogano con il potere, lo maneggiano, ne sono affascinati o respinti. In tutti i casi, devono venire a patti con esso, non lo possono ignorare. Questo perché sono sempre esposti alla tentazione di farne parte, sia quando lo compiacciono, sia quando lo combattono». Un buon professionista deve comunque imparare a sapere mettere a nudo il potente di turno, deve sapere ‘spogliare il potere’. «Il segreto è non avere paura dei potenti. Per non averne, bisogna conoscere le vie del potere tanto quanto le conosce chi lo sa esercitare».
Lucia Annunziata, pungolata dai giovani comunicatori e dai giornalisti praticanti della Cattolica, sfata subito una serie di luoghi comuni sulla sua professione. «Il giornalismo non è un mestiere che vi renderà ricchi –sostiene – ma potrà farvi diventare molto corrotti o molto famosi». Ai futuri comunicatori, consiglia di non diventare ‘manipolatori della notizia’. «Scegliete un’azienda in cui credete e rappresentatene il punto di vista, sostenendone i prodotti in modo trasparente, senza nascondere eventuali errori».
Poi, racconta come si prepara un’intervista che “fa notizia”; fa sapere quali siano i vantaggi del lavorare in televisione, un mondo che passa per essere superficiale ma che invece è complesso e insidioso. «Mi sono formata nella carta stampata ma la tv è più difficile. Non ci sono trucchi: quello che vedete è quello che si fa e che arriva al pubblico». Per questo, la Annunziata sceglie sempre di condurre trasmissioni in diretta e non comunica mai le domande agli interessati prima che si accenda la luce della telecamera. «Se capiscono prima cosa voglio chiedere loro, l’intervista si svuota completamente di significato». Fondamentale è, invece, essere ben preparati. « Lo si è – prosegue – quando si è in grado di sapere fare cinque o sei domande sullo stesso argomento». Per la giornalista campana, però, non basta avere una specializzazione giornalistica: essere esperti di esteri, interni, cronaca nera e giudiziaria va benissimo «purché si sia sempre in grado di avere una visione globale delle cose».
Un’osservazione di cui fare tesoro perché nell’attuale congiuntura economica e politica mondiale «il potere è entrato in una nuova fase e i concetti di economia e politica si stanno riformulando e vanno riletti». Nel mondo che cambia, val bene dirlo, a giornalisti e comunicatori: good morning, good luck.