«Il Terzo settore non può limitarsi a dare conto di quello che fa ma deve anche tenere conto dei bisogni e delle domande che emergono dalla società civile». Con queste parole il presidente dell’Agenzia per le Onlus Stefano Zamagni ha spiegato il motivo che ha portato alla creazione delle “Linee guida per la redazione del bilancio sociale”, un manuale che rappresenta il naturale seguito delle “Linee guida per il bilancio d’esercizio degli enti no profit” del 2008. Il documento, realizzato dall’Agenzia in collaborazione con Altis-Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica, è stato presentato al pubblico venerdì 5 febbraio all’interno dell’Aula Magna della sede milanese dell’Ateneo.
«Nel giro di due anni il 75-80% delle imprese del terzo settore stenderà il proprio bilancio sociale – ha detto Zamagni – anche perché grazie a questo lavoro esso diventa uno strumento alla portata di tutte le realtà del Terzo Settore, anche di quelle più piccole. Basti pensare che fino a oggi, le associazioni, commissionavano il bilancio sociale a soggetti esterni con una spesa pari a circa 10.000 euro. Soldi che potranno essere risparmiati grazie alle nostre linee guida che sono talmente dettagliate e elementari da permettere a ogni associazione di fare il bilancio sociale nella più completa autonomia. Un incentivo per la compilazione del bilancio sociale – ha aggiunto - può arrivare anche dalle istituzioni che potrebbero permettere l’accesso ai propri fondi solo alle realtà che hanno presentato il bilancio sociale. Una via che peraltro è stata già intrapresa dalle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Toscana».
Un ulteriore utilizzo del bilancio sociale è stato suggerito da Aldo Polito, Direttore centrale servizi ai contribuenti dell’Agenzia delle Entrate, il quale ha ipotizzato come la redazione del bilancio sociale possa avere valore nella selezione degli enti ammessi alla ripartizione del cinque mille.
«La specificità del Terzo settore – ha spiegato il consigliere dell'Agenzia per le Onlus Adriano Propersi - ha reso necessaria l'esigenza di offrire agli enti degli strumenti di rendicontazione diversi da quelli delle imprese perché diverse sono le organizzazioni non profit, che hanno bisogno di soldi pubblici, di associati e hanno una missione ideale, rispetto alle imprese che invece hanno una finalità di profitto».
«Siamo soddisfatti – ha aggiunto Propersi – perché ora gli enti del Terzo settore hanno a disposizione specifici strumenti informativi, come il bilancio di esercizio e il bilancio sociale, per comunicare agli interessati la propria missione e questo non può che far crescere in professionalità e dimensione tutto il comparto».
Ai lavori, introdotti dal Rettore Lorenzo Ornaghi, ha presenziato anche il Sottosegretario alle Finanze Luigi Casero che ha salutato positivamente l’interesse del mondo accademico nei confronti del Terzo settore: «Noi italiani, come del resto tutti gli europei, abbiamo una spiccata vocazione al volontariato. In questo settore un ruolo fondamentale è rappresentato dalla politica e dalle università. Il ruolo degli atenei in quest’ottica è fondamentale – ha detto - perché contribuisce a un incremento culturale che può stimolare il mondo politico a fare la sua parte».
«Dopo essere stato a lungo una ruota di scorta - ha concluso Zamagni - possiamo finalmente dire che il Terzo settore è diventato un attore protagonista».